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Scuola e formazione | 25 novembre 2021, 08:13

Asterisco al liceo Cavour: la polemica non si spegne, "scendono in campo" anche Dante, Petrarca e Boccaccio

Alcuni militanti di Gioventù nazionale hanno affisso manifesti con critiche alla decisione della scuola e i volti dei tre padri della lingua italiana

Manifesti affissi davanti al Cavour

Ancora polemiche politiche sul fronte del liceo Cavour

Non si spegne la polemica sulla decisione del liceo classico Cavour di utilizzare l'asterisco nelle comunicazioni riguardanti gli studenti. Una polemica che si fa sempre più politica, dopo gli attacchi del leader della Lega, Matteo Salvini e altre prese di posizione che seguono gli schieramenti in Parlamento.

Ieri sera iniziativa simbolica da parte dei militanti di Gioventù Nazionale sezione Limes.

Davanti al portone della scuola i militanti di destra hanno attaccato dei manifesti con slogan di critica all’iniziativa adottata dal liceo e raffiguranti i volti di Dante, Petrarca e Boccaccio, padri della lingua Italiana, accanto ad una tomba, per rappresentare la morte della nostra lingua davanti alle ultime derive del politicamente corretto dettate dall’ideologia Gender. 

‘’In questo momento la storia della lingua Italiana rischia di essere umiliata dall’ultima trovata del politicamente corretto’’ - dichiarano in una nota i militanti del movimento giovanile di Fratelli d’Italia - ‘’Davanti a scelte come questa, che storpiano la lingua italiana, in nome di finte battaglie per la parità dei generi, i padri fondatori della nostra lingua, come Dante, Petrarca e Boccaccio, si rivoltano nella tomba. Riteniamo inaccettabili simili iniziative, per di più in un liceo classico. - continuano - ‘’ Il primo passo per raggiungere una vera uguaglianza è quello che porta a riconoscere le differenze fra i due sessi, con le proprie caratteristiche e specificità, rispettando e valorizzando le identità di ognuno, senza nascondersi dietro folli asterischi’’, concludono.

Sulla questione è intervenuto anche il Popolo della Famiglia, con una nota firmata da Cristina Zaccanti e da altri operatori della scuola: "Ci chiediamo se la decisione da Voi assunta non potrebbe essere legittimamente adottata anche dai giovani studenti e studentesse (non useremo mai un segno che ne annulla l’identità e la dignità!) qualora decidessero di non considerare le desinenze dei sostantivi della lingua greca e latina, che, ci auguriamo, non provvederete a neutralizzare. Come la metterete allora con la prevedibile legittima pretesa di giovani che, come già anticipava Platone, avranno assunto il controllo della situazione e valuteranno loro le proprie traduzioni in cui avranno decretato a personale arbitrio così sia giusto o sbagliato? Procedendo in questa direzione non correremo il rischio che la scuola italiana vada davvero alla deriva al punto da rendere irrilevante ogni apprendimento, a partire da quello delle minime norme grammaticali".

comunicato stampa

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