Sarebbe morta per il coronavirus e non a causa delle complicazioni seguite ad un intervento di fecondazione assistita in una clinica di Chisinau, in Moldavia, Cristina Toncu, la 30enne cake designer di Chivasso di origini moldave. E' quanto è stato comunicato alla famiglia dopo l'autopsia ordinata dalle autorità moldave per fare luce sulla morte. L' esito è arrivato dopo 13 settimane dalla morte.
La famiglia chiede una nuova perizia
Un'ipotesi che la famiglia di Cristina ha respinto al mittente chiedendo, tramite i propri legali, un'altra perizia. “Voglio rivolgermi all’amministrazione ospedaliera – ha spiega il marito Stefan Arnaut - Il medico si è anche preoccupato dei nostri soldi dicendo che a un certo punto finiremo le risorse. Ma noi vogliamo chiarezza e troveremo risorse per fare luce sul caso. Prometto di lottare per questo traguardo in memoria di Cristina”.
La positività della 30enne sarebbe stata rilevata solo il 28 agosto, due giorni dopo l'intervento, cosa della quale nessuno fece parola con il marito o con il resto della famiglia.
"Cristina vittima di negligenza"
"Siamo sicuri che la morte di Cristina non sia avvenuta a causa del contagio da Covid – sono state le parole della legale che difende le ragioni della famiglia - Pensiamo si tratti di un’infezione e Cristina sia stata vittima di negligenza. Chiederemo un’altra perizia forense e se l’esito sarà lo stesso ci penseranno i periti stranieri”.
Cristina Toncu viveva da 12 a Chivasso, lavorava in una gelateria a due passi dal centro storico. Quattro anni fa si era sposata con Stefan, elettricista in una ditta del chivassese.