È uno spettacolo/tributo il prossimo appuntamento della Stagione TPE 21.22. Con Alda Merini. Una storia diversa, Ivana Ferri - regista e direttrice artistica di Tangram Teatro - ricorda la poetessa dei navigli in un percorso tra le sue liriche e i racconti di vita affidato al talento attoriale di Lucilla Giagnoni. Lo spettacolo è una produzione Tangram Teatro Torino e rimarrà in scena da oggi, venerdì 17, a domenica 19 dicembre.
La regista già nel 2002 aveva dedicato ad Alda Merini lo spettacolo Una sottile linea d’ombra. In quell’occasione la scrittrice milanese era stata ospite a Torino al Tangram Teatro, dove aveva festeggiato i suoi 71 anni incontrando il pubblico e parlando a ruota libera della poesia, di se stessa, del manicomio che portava come una cicatrice indelebile sulla pelle.
Alda Merini scompare nel 2009. A distanza di anni e con la tenerezza di un’assenza, Ivana Ferri ha ora chiamato Lucilla Giagnoni - una delle interpreti più apprezzate dal pubblico torinese - a dare corpo e voce ad un percorso articolato tra le liriche e i racconti di vita scritti da Alda Merini in epoche e situazioni diverse. Una storia diversa è un percorso parallelo di vita dove si incontrano e si confondono ricordi, sensazioni, speranze e dolori. Rivivono gli amori, il terribile vuoto dell’abbandono, i figli lontani; e poi il manicomio, il farmaco, e tutto si allontana, tutto diviene senza ritorno. E la poesia diventa forza, diventa reazione e via di fuga. Una serata per ricordare lei e per richiamare, ancora una volta, l’attenzione su quella pagina nera che è stato il sistema manicomiale italiano fino a fine anni ’70.
All’origine di questo progetto produttivo vi è un filo rosso che arriva direttamente dai primi anni Novanta. Attraverso il lavoro della regista Ivana Ferri, Tangram Teatro aveva sviluppato fin da allora un percorso originale – e per l’epoca innovativo – di indagine, attraverso il teatro, delle contraddizioni che innervano la nostra società fra cui l’istituzione manicomiale e i problemi del suo superamento. Oggi la condizione dei malati psichiatrici è diversa, anche se non risolta. Ivana Ferri torna sul tema con una duplice finalità: ricordare l’opera e il percorso di vita di una delle più straordinarie voci poetiche del Novecento e richiamare l’attenzione su cosa è stata in Italia l’istituzione-manicomio.
Una ricognizione poetica tra deliri, pensieri, sensazioni, fioriti in un contesto di segregazione in cui venendo meno ogni sensibilità umana, irrompe l’inferno. Nello spazio che gli uomini chiamano “malato” nulla accade che non sia apparizione, un bagliore che si perde in una fitta nebbia di tristezza e dolore. E tutto questo straordinario bagaglio umano e poetico, prende vita sulla scena attraverso l’interpretazione di Lucilla Giagnoni guidata dalla regista Ivana Ferri che percorre ormai da molti anni la sottile linea d’ombra che separa normalità e follia con spettacoli di forte presa emotiva e di ferma denuncia.
Il flusso incessante di parole, sensazioni e speranze è contrappuntato da alcuni documenti visivi su questa realtà. La serata diventa così indirettamente anche un ricordo rivolto a Franco Basaglia, che ai malati di mente ha restituito, oltre che la vita, la dignità.
Teatro Astra, via Rosolino Pilo, dal 17 al 19 dicembre, ore 21 (domenica ore 17), info www.fondazionetpe.it