C’è chi legge il giornale con una mascherina chirurgica, chi ne indossa una di stoffa e chi, addirittura, preferisce coprirsi il viso con una sciarpa. A Torino sembra quasi non essere stato compreso l’obbligo di utilizzare le mascherine Ffp2 a bordo dei mezzi pubblici introdotto dal Governo con il decreto anti Covid varato l’antivigilia di Natale.
Anarchia sui bus
Fino al 31 marzo 2022, giorno in cui al momento è prevista la scadenza dello stato d’emergenza, per salire su un mezzo pubblico è necessario indossare un dispositivo di protezione individuale specifico: la mascherina Ffp2. A Torino basta fare un giro sui mezzi Gtt per rendersi conto di come le regole imposte dal Governo vengano eluse ogni giorno, in ogni viaggio da centinaia e centinaia di persone.
Dopo quasi due anni di pandemia, anche in inverno, sono diversi i passeggeri che si riparano indossando una mascherina di tela, di stoffa. Alla moda magari, ma non in grado di fornire una protezione. Tante anche le mascherine chirurgiche, mentre le Ffp2 vengono indossate solo da alcuni passeggeri.
Pochi controlli e giungla sui mezzi
I controlli sono praticamente inesistenti e il motivo è presto detto: Gtt dispone di pochi controllori che tra Covid, quarantene e Green Pass sono sempre di meno in servizio. In un turno ordinario, difficile superino le 30 unità in contemporanea.
“I controlli continuano con le medesime modalità applicate per la verifica del Green Pass. A questi si aggiungono quelli ordinari per i titoli di viaggio” spiegano da Gtt. L’azienda ricorda inoltre che i loro verificatori non sono abilitati a sanzionare chi sprovvisto di mascherina idonea.
Controlli a campione non sufficienti
La responsabilità ricade sulla polizia municipale, ma le fermate da attenzione e i bus o tram da controllare sono tantissimi. Si procede quindi con controlli a campione. Il risultato? Una giungla colorata, tra mascherine di ogni tipo, che non tutela chi prende un mezzo pubblico.