Mondo politico diviso sulla decisione del sindaco Stefano Lo Russo di costituirsi in giudizio, come Comune di Torino, contro il decreto del Tribunale che ha rigettato la richiesta di attribuzione del doppio cognome al figlio di una coppia di due madri.
Foglietta: "La nostra storia non può essere dichiarata illegittima"
Il capoluogo piemontese, nel 2018 per volontà dell'amministrazione guidata da Chiara Appendino, fece da capofila in Italia per la registrazione all'anagrafe dei figli di coppie gay. Il primo bambino riconosciuto dalla nascita con due mamme fu Niccolò Pietro, figlio dell'attuale assessore alla mobilità Chiara Foglietta e di Micaela Ghisleni. "I diritti dei nostri figli - commenta Foglietta - vengono prima di ogni altra decisione. La nostra storia non può essere dichiarata illegittima. Il percorso è complesso e la soluzione definitiva ha bisogno di un'iniziativa parlamentare. In assenza di una legge, però, noi ci siamo".
Appendino: "A Torino strada dei diritti tracciata con forza"
A schierarsi al fianco di Lo Russo è anche Chiara Appendino, che commenta: "A Torino la strada per i diritti di tutte e tutti è stata tracciata con forza. Lo abbiamo fatto noi con le firme per il riconoscimento di coppie omogenitoriali, lo hanno fatto - e lo fanno - associazioni e cittadini". L'esponente del M5S, così come fatto anche dall'attuale primo cittadino, chiede che il Parlamento prenda una posizione: "Serve un intervento normativo che garantisca a tutti e tutte il diritto di costituire e di far parte di una famiglia pienamente riconosciuta".
Torino Pride: "Non si fermino i riconoscimenti di figlie e figli"
A schierarsi con il Comune anche il Torino Pride, che per voce del coordinatore Marco Giusta invita la Città a proseguire con "il riconoscimento delle figlie e dei figli delle famiglie LGBT, mantenendo il primato a livello nazionale che la città di Torino aveva raggiunto e confermando la speranza di tante coppie che guardano a Torino come capitale dei diritti".
Montaruli contro Lo Russo: "Difendere i bambini, non capricci adulti"
Va all'attacco di Lo Russo invece la deputata di Fratelli d'Italia Augusta Montaruli, che commenta: "Il Parlamento ha il dovere e il compito di difendere i diritti dei bambini, non i capricci degli adulti. Tanto più se questi ultimi sono alimentati da provvedimenti contro la legge". L'esponente del partito della Meloni sottolinea com: "Insistere in Appello sul doppio cognome significa fare propaganda e calpestare i diritti dei minori" .
L'invito al sindaco poi è di stanziare le risorse "per un fondo destinato al futuro dei bambini, abbandonati da chi li usa come un giocattolino. Non è una questione di mondo Lgbt contro tutti, ma di adulti capricciosi contro minori indifesi".