Piazza d'Armi polmone verde della città. Certo, non sarà il Parco del Valentino, ma per tutti gli abitanti di Mirafiori (Borgo Lingotto, ma non solo), Santa Rita e Crocetta, si tratta di un'importantissima valvola di sfogo.
Polmone verde, ma a ben vedere - nel corso di questi mesi - si sono accumulate una serie di criticità che faticano a risolversi. Nonostante l'impegno e la manutenzione che, al contrario, in alcuni punti lasciano tracce evidenti.
Il bello: dal monumento "recuperato" alla vernice fresca
Ci sono lati positivi: è innegabile: proprio in queste ore si sta infatti procedendo alla manutenzione delle piante e del verde, con operazioni di potatura degli alberi che circondano la piazza, soprattutto in corrispondenza della pista ciclabile ad anello. E in tante panchine, in particolare verso la zona di corso Agnelli (diventato IV novembre) e corso Sebastopoli, la vernice fresca sulle panchine si nota non solo dal colore, ma anche da evidenti cartelli che invitano alla prudenza per chi volesse sedersi.
[Le panchine con il cartello di vernice fresca]
Segno che le opere di manutenzione non mancano, comprese le attenzioni verso simboli di valore nazionale come il monumento che - sempre su corso Agnelli - da qualche anno celebra il ricordo dei martiri di Nassiriya. Un monumento che, lo scorso anno, è stato vandalizzato e che per lungo tempo è rimasto dunque inaccessibile, circondato da transenne e protezioni. Ma che finalmente è tornato a mostrarsi ai passanti, con tanto di corona della Città di Torino.
[Il monumento dedicato ai martiri di Nassiriya, ripristinato dopo gli atti vandalici]
Il brutto /1: il laghetto abbandonato
Ci sono però anche elementi decisamente negativi, in piazza d'Armi. E la cosa curiosa, è che alcuni di loro si trovano a pochissima distanza (questione di metri) da aree curate e pulite. Uno dei più evidenti è il laghetto che si trova accanto alle giostre per bambini, sempre in direzione Agnelli/Sebastopoli.
[Il laghetto transennato dove una volta si osservavano anatre e volatili]
Un tempo, non molti anni fa, questo specchio d'acqua era una piccola oasi, con anatre e altri volatili a chiamarlo "casa" e una pulizia diffusa, tanto da diventare un'area di ritrovo per anziani e bambini in carrozzina, che tiravano il pane agli animali. Adesso è una zona decisamente più malinconica: prima l'invasione di tartarughe d'acqua (evidentemente abbandonate da padroni stufi di averli in casa), poi le erbacce e il degrado. Ora, al suo interno, il canneto è talmente sviluppato da mangiare buona parte dello stagno e anche la casetta, che una volta era utilizzata come osservatorio per gli animali, dopo alcuni anni di chiusura adesso è addirittura transennata e inaccessibile, impedendo ai passanti di avvicinarsi all'acqua.
Il brutto /2: la bocciofila tra le erbacce
Ma non solo: se si attraversa piazza d'Armi e si arriva in corso Galileo Ferraris, in corrispondenza del laghetto, si trova un cartello con una scritta "Biberon". Qualche buontempone l'ha modificato con un "Justin" scritto a pennarello, a ricordare la popstar di qualche anno fa. Ma è tutto ciò che resta della bocciofila che un tempo contava quattro campi di gioco e una struttura coperta. Ora, entrambi gli accessi sono chiusi con un lucchetto, ma le reti stracciate rendono piuttosto semplice l'ingresso, che svela erbacce e piante ormai diventate piccoli alberi, per quanto sono ormai cresciute. E lo spettacolo è davvero desolante.
[La bocciofila abbandonata su corso Galileo Ferraris]
Oltre alle "testimonianze" di qualche abitante (magari nelle ore notturne), tra vestiti stracciati e addirittura un trolley di colore giallo, si nota come i campi siano ormai abbandonati da lungo tempo, con i segnapunti a tenere conto di una partita ormai lontana e appendiabiti abbandonati a se stessi chissà da quando. C'è pure una struttura coperta, con sedie e tavoli, malinconicamente abbandonata.
Uno dei punti di maggiore degrado dell'intera piazza d'Armi, a un vialetto di distanza peraltro dalla presenza dei militari che - invece - tengono in perfetta pulizia ed efficienza l'area di loro competenza.
E fa specie anche pensare che, su corso Monte Lungo, sul lato corto del polmone verde, di fronte alle caserme, c'è un'altra bocciofila, perfettamente in funzione e frequentatissima da decine di persone, così come su corso VI novembre. La "terza sorella", invece, non ce l'ha fatta. Nonostante si trovi in un punto di grande passaggio e a poca distanza dal campo da basket all'aperto.
Il brutto /3: la zona delle roulotte
Senza dubbio, però, uno dei nervi maggiormente scoperti della città si trova dalla parte opposta rispetto a quel Pala Alpitour che è ormai la cornice di grandi eventi come le ATP Finals di tennis.
[La zona delle roulotte in corso Monte Lungo]
Proprio alle spalle della caserma dei carabinieri, infatti, continuano a formarsi numerosi insediamenti di roulotte e camper. E non sempre l'effetto complessivo è ordinato e decoroso. Da tempo, peraltro, quell'area è oggetto di dibattito e polemiche e - negli anni passati - ha trovato un'altra vocazione ospitando i rifugi anti-freddo per i senza tetto.