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Attualità | 04 marzo 2022, 17:37

Figli coppie gay, anche la Corte d'Appello di Torino dice no al doppio cognome

Lo Russo: "Faremo approfondimenti. Necessario riconoscere genitorialità coppie dello stesso sesso"

lo russo di fronte a palazzo civico

Figli coppie gay, anche la Corte d'Appello di Torino dice no al doppio cognome

La Corte d'Appello di Torino dice no al doppio cognome per il figlio di una coppia gay, confermando quanto già deciso dal Tribunale. Ed il sindaco di Torino Stefano Lo Russo torna a rilanciare l'appello perché il Parlamento legiferi sul tema per riformare tutte le normative sulla famiglia "discriminatorie". 

Città in giudizio contro il decreto del Tribunale 

Lo scorso 8 febbraio il Comune aveva annunciato di costituirsi in giudizio contro il decreto del Tribunale, che aveva rigettato la richiesta di attribuzione del doppio cognome al bimbo di una coppia di due madri. La causa nasceva perché Palazzo Civico aveva iscritto nel proprio registro anagrafico il figlio di due donne, che avevano poi chiesto l'attribuzione del doppio cognome al tribunale. Un'istanza rifiutata perché l'atto di stato civile fatto dal Comune di Torino era stato ritenuto illegittimo. 

Lo Russo: "Necessario riconoscere genitorialità coppie dello stesso sesso" 

E la Corte d'Appello ha annunciato di confermare la decisione del Tribunale. "Svolgeremo ora - commenta Lo Russo - i dovuti approfondimenti giuridici. Sul piano politico ribadiamo che la nostra Giunta è convinta che sia necessario riconoscere la genitorialità delle coppie dello stesso sesso nel supremo interesse dei minori a crescere in una famiglia con pienezza di diritti e doveri".

"Parlamento legiferi"

"Richiamiamo nuovamente il Parlamento a fare finalmente la propria parte per riformare tutte quelle normative in materia di famiglia che conservano un contenuto discriminatorio. La società è pronta, la politica lo sia altrettanto” conclude il primo cittadino.

Torino prima Città in Italia a trascrivere all'anagrafe i figli di coppie omogenitoriali 

Torino, nel 2018 con l'amministrazione Appendino, era stata la prima città in Italia a trascrivere all'ufficio dello stato civile dell'anagrafe i figli di tre coppie omogenitoriali.

Tra di loro anche Niccolò Pietro, figlio dell'attuale assessore alla mobilità Chiara Foglietta e Micaela Ghisleni, primo bimbo in Italia riconosciuto dalla nascita con due mamme. In questi anni sono stati iscritti ai registri anagrafici 79 bambini figli di genitori dello stesso sesso.

Giusta (Torino Pride): "L'arretratezza della legge 40"

Si schiera a fianco della Città il Presidente del coordinamento del Torino Pride, Marco Giusta: "Questa pronuncia non intacca l'interpretazione, confermata da tanti tribunali italiani, che il Comune di Torino ha dato alla normativa vigente registrando le figlie e figli, in quanto è una decisione che interviene esclusivamente sull'aggiunta del cognome e riguarda solo la coppia coinvolta".

"Salta invece agli occhi l'arretratezza della legge 40, approvata con furore ideologico e già più volte smontata dalle corti, che disallinea il nostro paese da posizioni più avanzate anche in altri stati della Ue, dove le donne omosessuali possono accedere alla procreazione medicalmente assistita", conclude. 

FdI: "Capricci degli adulti e di Lo Russo sconfitti"

Il No al doppio cognome stabilito dalla giurisprudenza oggi con una sentenza storica è una vittoria dei diritti dei bambini ingiustamente al centro di pretese illegittime delle cosiddette famiglie arcobaleno o delle chiamate omogenitoriali. I capricci degli adulti intanto oggi sono stati sconfitti”, ha commentato il deputato di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli. Un giudizio condiviso dalla consigliera comunale di FdI Paola Ambrogio, che aggiunge:"Lo Russo ora pensi alle cose serie".

Cinzia Gatti

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