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Attualità | 25 marzo 2022, 14:53

Mirafiori Nord, un nuovo "polmone" per il teleriscaldamento dove c'era la vecchia centrale (e per essere più autonomi) [FOTO e VIDEO]

Inaugurato l'impianto Iren tra via Guido Reni e corso Salvemini per calore e solare termico, realizzato in 5 anni sulle ceneri di un impianto di cogenerazione. Armani: "Sul gas stiamo lavorando con A2A per approvvigionamenti alternativi"

iren solare termico mirafiori

Tre torri che svettano, rivestite di metallo luccicante, sulle case di Mirafiori Nord. Sono il nuovo polmone di teleriscaldamento che Iren ha costruito sopra la vecchia centrale di cogenerazione e i suoi camini, di cui resta qualche testimonianza a marchio AEM. Ma il taglio del nastro porta lontano, verso Est, dove la crisi geopolitica influenza l'economia, ma anche la quotidianità.

"Sul gas stiamo lavorando con A2A per arrivare ad approvvigionamenti alternativi. Sul nucleare serve invece coerenza nel medio e lungo termine per le infrastrutture. Questo ci rende poco adatti, come Paese, perché il nucleare ha una portata di investimento troppo importante per non avere certezze. È più fattibile puntare sulle rinnovabili, cosa su cui stavamo già puntando prima dell'attuale crisi perché comunque era nell'ordine delle cose". Parola di Gianni Vittorio Armani, nuovo ad di Iren, in occasione dell'inaugurazione del nuovo impianto di accumulo calore, solare termico e fotovoltaico in via Guido Reni, all'angolo con corso Salvemini.

Cinque anni di lavori e 46 milioni di investimento

Un'opera realizzata in cinque anni, dove una volta c'era la vecchia centrale termoelettrica. Un investimento da 46 milioni (10 per l'impianto e 36 per la rete) nell'ambito del più ampio piani industriale che vedrà Iren spendere 610 milioni per la sola area metropolitana entro il 2030.

Tre cilindri alti 24 metri e grossi come una piscina olimpionica

Il sito conta su un sistema di accumulo di 3 serbatoi alti 24 metri, per un volume di circa 2500 metri cubi (come una piscina olimpionica), una stazione di pompaggio e un sistema di solare termico con 411 kW di potenza, installato su 1400 metri quadri. Sono loro a scaldare l'acqua fornendo calore alle abitazioni. E poi un impianto fotovoltaico, che copre l'edificio, con 45kW di potenza e garantisce l'elettricità all'impianto, con eccedenza che finisce in rete. 

La sostenibilità del sito consente di risparmiare l'emissione di 8000 tonnellate di CO2 ogni anno.

Tema acqua? "Si potrebbe lavorare con Smat per avere un player nazionale"

Ma Iren non è solo calore o elettricità. E guarda anche al tema acqua. "Su Torino - dice Armani - c'è una realtà consolidata come Smat che ha una sua strada. Iren ha un progetto proprio su questo settore: certo, si potrebbe ipotizzare una collaborazione soprattutto in un contesto italiano che avrebbe molto bisogno di un grande player per l'acqua. Questo non cancella minimamente il concetto che l'acqua è pubblica".

Lo Russo: "Contributo a migliorare una situazione ambientale drammatica"

"La situazione ambientale della città è drammatica e il riscaldamento, confermano gli studi, è una delle voci più incisive sulle emissioni, insieme ai trasporti - dice il sindaco di Torino, Stefano Lo RussoAbbiamo chiaro il fatto che sono le singole città a dover fornire soluzioni contro l'emergenza climatica globale".

Tema gas, "Italia ostaggio di politiche scellerate"

Sulla minor dipendenza del gas, "il nostro Paese ha compiuto scelte scellerate sull'approvvigionamento energetico. Si pensi alla battaglia fatta da una forza politica ancora al governo (i Cinque stelle, ndr) sul Tap in Puglia o sui rigassificatori. Ne abbiamo solo 3 in tutta Italia".

"Come la pandemia ci ha insegnato molto sul fronte della sanità, sulla spesa pubblica e sulla medicina di territorio, spero che la guerra in Ucraina abbia fatto fare un salto quantico sulla consapevolezza che il nostro Paese, sul fronte energetico, rischia di essere dipendente e quindi ricattabile. E rischia di pagare un costo più alto degli altri", ha concluso Lo Russo.

Finanziamento di 80 milioni per rafforzare il teleriscaldamento

Intanto, sempre Iren ha firmato un finanziamento con la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB) per un ammontare di 80 milioni di euro che servirà a sostenere lo sviluppo della rete di teleriscaldamento nell’area metropolitana di Torino, come previsto nel Piano Industriale al 2030. Nel 2020 era già stato firmato un prestito dello stesso importo per migliorare le infrastrutture idriche a Genova e Parma.

Gli investimenti sono finalizzati a saturare ed estendere in nuove aree il teleriscaldamento con l’allacciamento di nuove utenze, a migliorare l'efficienza operativa e la flessibilità della rete di Torino. È inoltre incluso lo sviluppo di nuovi impianti di accumulo termico attraverso i quali si potrà massimizzare lo sfruttamento del calore prodotto in cogenerazione, riducendo, di conseguenza, le emissioni di CO2, migliorando la qualità dell’aria nell’area metropolitana di Torino e incrementando il risparmio di energia primaria utilizzata. Gli interventi previsti consentono di incrementare le volumetrie teleriscaldate di circa 13 milioni di metri cubi, sviluppare 156 km di nuova rete e rinnovare circa 13 km di rete esistente.

L’investimento totale previsto nel periodo 2021-2025 è pari a circa 198 milioni di euro di cui il 40% coperto dal prestito erogato dalla CEB.

Massimiliano Sciullo

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