Lo chef prodigio Valerio Braschi, che a soli 18 anni, aveva portato a casa il premio più ambito tra tutti i cooking show del mondo, ha fatto di nuovo sfoggio del suo estro, con una nuova invenzione: la pizza marinara in busta. Con tanto di involucro commestibile.
La pizza marinara: una storia centenaria
La pizza Marinara ha una storia ancor più antica del nostro Paese. Si tratta di un piatto tradizionale talmente diffuso a livello globale, che persino la Commissione Europea, nel Regolamento n. 97/2010, vi dedica un’analisi ah hoc. Secondo gli analisti europei, l’anno di creazione di questa storica prelibatezza è il 1734. A crearla furono i marinai napoletani – e da qui, il nome “Marinara”, appunto – dato che si trattava di una pietanza dal basso costo, consistente in semplice impasto per il pane, pomodoro, olio ed origano. Ed infatti, le varianti realizzate con acciughe e cecinielli, seppur scarti della pesca, erano riservate alla parte più elitaria della Napoli del diciottesimo solo.
La leggenda narra che l’aggiunta dell’aglio sia poi avvenuta in una fase successiva, ad opera di un pizzaiolo del porto di Napoli, stremato dalle richieste dei pescatori, che lo intimavano di condirla di più (“Nsapuriscila nu pocu”). Utilizzare l’aglio sembrava dunque la soluzione più economica per soddisfare le richieste.
La pizza marinara è notoriamente la più semplice da preparare, adatta anche ai neofiti della cucina. Gli ingredienti sono tutti facilmente reperibili e consultare il volantino lidl prossima settimana potrà aiutare gli chef in erba a cimentarsi nella realizzazione della ricetta, ma tenendo d’occhio i prezzi delle materie prime.
L’estro degli chef moderni
È romagnolo lo chef che ha deciso di stravolgere gli oltre 300 anni di tradizione culinaria napoletana, realizzando una versione della pizza marinara new-age. Si tratta di una bustina, contenente pomodoro in polvere, aglio ed origano. L’involucro trasparente, seppur si presenti come un semplice sacchetto di plastica, è in realtà del tutto commestibile. La pietanza si gusta in un solo boccone e l’idea è quella di regalare la stessa esperienza della vera pizza Marinara…ma senza la pizza.
Pochi giorni fa, lo chef Braschi ha condiviso con il mondo la sua nuova idea, attraverso un post di Instagram. Nel giro di poche ore, il contenuto ha attraversato l’Italia intera, guadagnando tante critiche quante ovazioni. Sono tanti i napoletani – e non solo - che si sono scagliati contro questa trovata estrosa, urlando al sacrilegio e criticando il giovane chef per aver “osato” etichettare come pizza una semplice bustina contenente della polvere.
Chi è lo chef?
I fan del famoso cooking show Masterchef lo ricorderanno bene: Valerio Braschi, vincitore della sesta edizione, che aveva dominato l’intera stagione con quella sua aria un po’ spavalda. A detta dei giudici, anche un po’ troppo, per essere, all’epoca, solo un diciottenne. Un ragazzo che non ha paura delle sfide e che, a pochi anni dalla vittoria, ha realizzato, nel 2019, il suo sogno di aprire un locale di alta cucina: Ristorante1978, situato a Roma, a cui sono già state assegnate Due Forchette nella Guida Ristoranti d’Italia di quest’anno. Il locale, di cui Braschi è capo chef, è stato anche inserito nella guida Michelin e le sue abilità culinarie sono state premiate con l’assegnazione del rinomato premio Tradizione Futura di Gambero Rosso.
“La tradizione, ciò che mi ha cresciuto e mi ha preparato a un continuo percorso alla ricerca di quell’innovazione tanto cara a noi chef, irriducibili sognatori ma sempre con i piedi ben saldi al suolo, per non scordarsi mai la vera essenza del cibo”, sono queste le parole con cui Braschi descrive la sua visione del mondo culinario, sottolineando il suo solido background radicato nella profonda conoscenza della tradizione, che ha scelto di utilizzare come terreno fertile per la sua evoluzione, piuttosto che come ancora al passato.
Non è la prima volta che lo chef Braschi si scontra a muso duro con i giudizi dei più romantici, riproponendo interpretazioni di piatti che rappresentano i baluardi della cucina nostrana: dalla carbonara liquida, che si ripropone di contenere lo stesso quantitativo di calorie “di un bicchiere d’acqua” alla lasagna in tubetto. Tutti piatti che promettono di mantenere intatto lo stesso sapore a cui tutti siamo abituati, nonostante la differenza nell’aspetto e nella consistenza.
“Forse un po’ estrema per i puristi” ha commentato Braschi, “ma vi posso assicurare che, nonostante il cambio d’aspetto e di consistenza il gusto è rimasto intatto. Questo è il bello del nostro lavoro, è la cosa che colpisce le persone che lavorano con me, il fatto di fare ogni giorno cose nuove, esperimenti, abbinamenti, cambiare ogni giorno“.