“Cerea, monsù, coma ch'a sta?”. E ancora: "Cerea, madama". Sono due delle espressioni tipiche piemontesi, saluti accompagnati da sostantivi ormai quasi dimenticati. Certamente modi di dire che sempre di meno vengono utilizzati tanto a Torino quanto nel resto del Piemonte.
Eppure “Madama e Munsù” hanno regolato per secoli i rapporti tra le persone. Termini con una storia differente, affascinante, dalle radici profonde.
Madama e quel significato dalle tante interpretazioni
Madama è forse il sostantivo più ambiguo, dai tanti significati. Madama è stato il termine utilizzato per identificare le donne: a differenza di quanto si possa credere, non veniva usato solo per definire una donna aristocratica, anzi. Anche le signore più comuni, ambulanti o negozianti, portinaie o semplici casalinghe poteva essere chiamate così. Qualcuno, magari parlando con i nonni, li avrà senza dubbio sentiti parlare di una conoscente anticipandone il nome proprio con "madama".
Ma andando indietro nel tempo, madama, a Torino, assume anche un altro significato. La "madama" è infatti intesa anche come la polizia: un soprannome unico, che risale a oltre 150 anni fa e coincide con la nascita del corpo delle Guardie di Publica Sicurezza. La polizia, con sede appunto a Palazzo Madama, in piazza Castello. Da qui l'idea dei torinesi: perché non abbreviare la polizia con un semplice "madama", invece che utilizzare l'espressione "guardie di pubblica sicurezza"?.
Monsù e l'influenza francese
Meno avvincente, ma certamente non privo di una forte tradizione, il termine "monsù". L'accento sulla "u" la dice lunga su quel legame con i cugini oltralpe. Di fatto, il sostantivo è un adattamento piemontese del francese monsieur. Tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo, il titolo venne utilizzato per chiamare così artisti stranieri, ma attivi in Italia. Famosissima, per esempio, "Le miserie 'd Monsù Travet", commedia scritta in piemontese e composta da Vittorio Bersezio, poi rappresentata per la prima volta il 4 aprile 1863.
Oggi “Madama e Munsù” vengono utilizzati sempre meno, forse solo nei paesi e dai nonni. Eppure, a modo loro, questi due termini hanno fatto la storia di Torino e del Piemonte.