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Nichelino-Stupinigi-Vinovo | 23 maggio 2025, 12:18

La Palazzina di Stupinigi recupera un pezzo di storia: restaurato l’ascensore della Regina Margherita

Era stato utilizzato agli inizi del Novecento: rimesso a nuovo dal CCR di Venaria grazie al contributo della Fondazione CRT

Restaurato l’ascensore della Regina Margherita alla Palazzina di Stupinigi

Restaurato l’ascensore della Regina Margherita alla Palazzina di Stupinigi

La Palazzina di Caccia di Stupinigi recupera un pezzo della sua storia. La residenza sabauda del Comune di Nichelino da oggi, venerdì 23 maggio, ritrova dentro il percorso di visita l'ascensore della Regina Margherita, un “nuovo ritrovato dell’industria” secondo i documenti dell’epoca, che riporta i visitatori agli inizi del Novecento, quando la residenza era abitata dalla Regina Margherita di Savoia (vedova del re Umberto I) e dalla sua corte.

Il contributo di Fondazione CRT e il lavoro del CCT di Venaria

Marta Fusi, direttrice della Palazzina di Stupinigi, ha ricordato che l'ascensore serviva a collegare il pian terreno col primo piano, un elevatore voluto dalla Regina Margherita, che è stato rimesso a nuovo grazie alla Fondazione CRT e al lavoro dei tecnici del Centro di Conservazione e Restauro di Venaria Reale. "Una sinergia che è stata fondamentale per arrivare a questo risultato ed agli altri risultati conseguiti in questi anni", ha precisato.

Dopo l'intervento di Guido Curto, che ha portato i saluti della presidente Poggi di Fondazione Crt, Stefania De Blasi del Centro di Conservazione ha spiegato come l'ascensore sia stato smontato con un minuzioso intervento e poi portato dentro i laboratori di Venaria per un lavoro durato circa un anno. C'erano problemi sulle superfici e le vernici esterne della struttura, sono stati restituiti a nuovo gli infissi, superando i gravi problemi idrometrici che erano stati riscontrati, con alcune pesanti deformazioni della struttura, che hanno obbligato a rimettere quasi completamente a nuovo la parte alta della cupola.

Gioiello delle Officine Meccaniche Stigler

Sei i lavoratori coinvolti nell'intervento, tre dei quali sempre al lavoro a tempo pieno, durante l'anno che ha consentito di restituire al suo antico splendore l'ascensore a pompa idraulica , che era stato una novità assoluta all'inizio del secondo scorso. Fu dismesso durante la Seconda guerra mondiale, quando la residenza sabauda fu occupata dalle truppe tedesche e usata anche come deposito militare, tanto da subire poi un pesante bombardamento nel 1943.

L’ascensore, realizzato dalle Officine Meccaniche Stigler di Torino nel 1905 circa, serviva per accedere solo al primo piano, livello in cui erano predisposti gli appartamenti residenziali della corte della regina. A quell’epoca la Regina Margherita viveva nell’appartamento di Levante e la sua prima dama di compagnia, la marchesa Paola Pes di Villamarina, nell’appartamento denominato Appartamento del Re. L’elevatore rientra nell’ambito dei lavori di riammodernamento richiesti dalla regina, vedova, che fece diventare la Palazzina di Stupinigi una delle sue residenze prevalenti.

Tra il 1902 e il 1915, infatti, il palazzo venne dotato di numerosi accessori finalizzati alla sua comodità, tra cui il potenziamento dell’impianto di riscaldamento, i servizi di ritirata all’inglese con acqua corrente e lavandini con acqua fredda e calda, la corrente elettrica e, appunto, l’ascensore che si presentava a pompa idraulica, dotato di una cabina lignea con porta scorrevole, vetri smerigliati nelle otto finestre, pulsantiera in bachelite, di cui rimangono solo tracce, e coronamento con motivo a balaustrini torniti. L’ascensore non rimase in servizio a lungo, ma fu ancora usato dal personale del Museo d’Arte, Storia e Ammobiliamento quando la Palazzina diventò Museo nel 1919.

Le varie fasi del restauro

Il restauro è stato l’occasione di approfondire storicamente questo manufatto grazie a indagini di archivio e ad un confronto con i successori delle storiche officine meccaniche Stigler, la ditta torinese Codebò. Le ricerche sono state eseguite da Stefania De Blasi, storica dell’arte, responsabile dell’Area Documentazione e Comunicazione del Centro Conservazione Restauro “La Venaria Reale”.

Dell’antico ascensore a Stupinigi si conservava, come sospesa nel tempo, la sola cabina lignea poiché la strumentazione elettrica ea pompa idraulica” come descritta nei documenti non era più conservata. Il vano che ospita la cabina lignea era stato separato dal piano interrato, dove doveva essere presente la parte di impianti, e dal piano superiore da tramezzi costruiti nel corso della seconda metà del Novecento.

La cabina si conservava non del tutto integra nelle parti interne ma manteneva ancora le due porte che consentivano di accedere al vano e i vetri storici in opera. L’ascensore era illuminato internamente e aveva una pulsantiera non più conservata. Il restauro è stato un momento di studio per approfondire questa tipologia di manufatti anche confrontandosi con altri casi di restauro di ascensori storici affrontati per altre residenze sabaude, come quello del Castello di Moncalieri.

Gli artefici dell'intervento

Il restauro ha interessato il risanamento della struttura in pioppo e dell’impiallacciatura in noce che presentava distacchi e deformazioni a causa di umidità. Il cupolino, decorato con motivo a balustrini, aveva numerose mancanze che sono state reintegrate. Analisi scientifiche hanno consentito di studiare le vernici protettive e di determinare la soluzione più idonea per restituire il manufatto in condizioni di stabilità e durabilità.

Il restauro è stato eseguito dal Laboratorio di Arredi Lignei del Centro Conservazione Restauro “La Venaria Reale”, coordinato da Paolo Luciani con Andrea Minì, Francesca Coccolo, Lorenzo Dutto, Roberta Capezio, Michela Spagnolo e Valentina Tasso, sotto la direzione tecnica di Michela Cardinali e l’alta sorveglianza di Massimiliano Caldera, funzionario Storico dell’arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino.

Massimo De Marzi

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