Chi erano i "trentanovisti"? Se n'è discusso, nella giornata di ieri, in un incontro organizzato presso la Unitre di Settimo Torinese, dedicata al periodo fascista. Un periodo storico ancora molto vicino, nonostante appartenga già ai libri scolastici.
"I trentanovisti - è stato detto durante la lezione - si chiamavano così perché era il 1939, ma ancora nel 1957 in Senato si parla di questo personale stabilizzato. Erano coloro che, lavoratori a tempo determinato per lo Stato, all'Inps, venivano assunti a tempo indeterminato se riuscivano a dimostrare di essere stati squadristi, quindi iscritti al partito prima del 1922".
"Era un sistema straordinario di clientela - hanno aggiunto - visto che erano gli stessi piccoli rappresentanti locali del partito a certificare la qualifica di squadrista, garantendosi appoggio, servizio e fedeltà di queste persone. Ma l'Inps era anche un enorme bancomat per il partito fascista, che attinse alle sue casse per le motivazioni più svariate, comprese le guerre coloniali. Questo smentisce il luogo comune che il fascismo ci abbia donato la previdenza sociale".
E sulle bonifiche: "All'epoca dell'unità d'Italia c'erano circa 8 milioni di ettari di terre paludose, problema che già i Romani avevano cercato di affrontare, nella zona delle paludi pontine. Mussolini ci costruì una mitologia sul solco dell'azione dei Romani. In realtà il Duce si appropria di quanto stabilito dal Regno d'Italia negli anni precedenti, accorpando tutte le leggi già emanate. E tenta diverse strade, tutte fallimentari: i fondi erano pochi e i lavori stentavano ad andare avanti. Erano tutte operazioni di immagine".
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