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Cultura e spettacoli | 29 aprile 2022, 07:00

Da Mario Merz ad Amar Kanwar: l'arte povera racconta la natura alle OGR Torino [FOTO]

Fino al 22 settembre la mostra "Naturecultures": esposte opere dalle Collezioni della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT al Castello di Rivoli

Da Mario Merz ad Amar Kanwar: l'arte povera racconta la natura alle OGR Torino [FOTO]

Naturecultures è questo il titolo della nuova mostra alle Ogr Torino. Fino al 22 settembre al Binario 1 e 2 sono esposte le opere dalle Collezioni della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT al Castello di Rivoli.

Opere per la maggior parte acquisite nel ventennio tra il 2000 e il 2021 che raccontano il difficile rapporto dell’uomo con la natura e che esplorano temi come l’ecologia, il cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile. L’esposizione è anche l’occasione per presentare al pubblico l’opera di Amar Kanwar “The sovereing Forest”, in cui l’artista indiano denuncia forme di ingiustizia climatica e sociale nel suo paese. 

“L’obiettivo - racconta Massimo Lapucci, CEO di Ogr Torino e Segretario generale di Fondazione CRT - è coinvolgere un pubblico sempre più ampio e favorire consapevolezza e riflessione collettiva sulle sfide del presente”. 

Naturecultures è la prima tappa di un percorso che intende valorizzare e condividere sempre più la Collezione della Fondazione CRT che oggi conta più di 900 opere realizzate da 300 artisti.  

“La scelta delle opere rappresenta l’identità della Collezione, dal nucleo di Arte Povera della collezione Stein al lavoro di Amar Kanwar” commenta Anna Ferrino, presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. 

In mostra

Oltre alla grande e immersiva installazione di Amar Kanwar, allestita all’interno del lungo Binario 2, l’esposizione è un percorso attraverso l’arte povera nazionale internazionale. Dall’Igloo con Albero di Mario Merz, uno dei primi realizzati dall’artista torinese nel 1968, all’Albero di 5 metri di Giuseppe Penone, anche questa una delle prime opere dell’artista realizzata un po’ più tardi, nel 1969. E poi ancora uno dei rari tappeti naturali di Piero Gilardi, Mare con Gabbiano, del 1967. Tra i capolavori presenti tra il Binario 1 e 2, si passa dalla Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, opera cult della counterculture risalente al 1967, alla recente “Adjacent Possible” di Agnieska Kurant realizzata nel 2021, un’opera in pietra di Luserna con sopra batteri geneticamente modificati e pittura che formano un nuovo alfabeto generato da un algoritmo. 

Chiara Gallo

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