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Attualità | 28 maggio 2022, 11:47

Addio all'intelligenza artificiale? Il giorno dopo la doccia fredda: "Scossi e amareggiati: no a compromessi al ribasso". "La legge parla chiaro"

Ricca (Regione): "Il Piemonte vuole essere della partita. Faremo sentire le nostre ragioni al Governo". Il sindaco Lo Russo: "Era stato un lavoro di sistema". Anche il viceministro Pichetto si schiera con la città. L'ira di Appendino: "Notizia ferale"

robot intelligenza artificiale

Si allontana con decisione la prospettiva di un Centro per l'intelligenza artificiale a Torino

"Scossi e amareggiati". C'è voluta qualche ora per ammortizzare il colpo. Ma quello dell'Intelligenza artificiale, sulla pelle di Torino e del Piemonte, fa lo stesso effetto di un livido. Col tempo scolorisce, ma al contatto fa sempre male.

E così, dopo la giornata convulsa di ieri, con la visita a Torino dei ministri Vittorio Colao e Maria Cristina Messa che hanno sparso ulteriore apprensione sul caso I3A, il fine settimana inizia con un senso di amaro in bocca anche in quelle istituzioni che, a botta calda, avevano cercato di vedere il lato positivo della vicenda.

Ricca: "Scosso e amareggiato"

Per esempio la Regione. Se ieri il governatore Alberto Cirio aveva comunque sottolineato le risorse economiche confermate per il territorio, insieme alla missione legata all'automotive, oggi l’assessore all’Internazionalizzazione della Regione Piemonte, Fabrizio Ricca, si dice "scosso e amareggiato per la mancanza di prospettive legate all’intelligenza artificiale a Torino emersa ieri. Il Piemonte vuole essere della partita e il nostro territorio non accetterà compromessi al ribasso destinati a penalizzarlo".

Ancora di più: la Regione è pronta a battere i pugni sul tavolo con l'esecutivo affinché il progetto non naufraghi del tutto. "Siamo pronti a chiedere spiegazioni al Governo e a far sentire le nostre ragioni, supportate anche da un lungo lavoro preparatorio che ha visto soggetti del mondo dell’industria, della ricerca e della società civile spendersi per creare condizioni ottimali atte a far vivere in città un centro di ricerca fondamentale per il Paese", conclude Ricca.

Lo Russo: "C'è una legge che prevede la sede a Torino"

Il centro sull'intelligenza artificiale a Torino è frutto del lavoro di un territorio e del costante impegno per fare rete tra istituzioni, Università e imprese. Le dichiarazioni improvvise e inaspettate di ieri della Ministra Messa necessitano di un urgente chiarimento”, aggiunge il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. “C’è una legge - prosegue - che prevede la sede a Torino, per approvarla si è lavorato trasversalmente e per ottenere il risultato è stato messo in campo un intero sistema coeso e capace di proporre un progetto concreto e di qualità. Chiederemo un chiarimento il prima possibile con il Governo”.

"Una Torino senza la sede dell'Istituto per l’Intelligenza Artificiale (I3A) è un grave errore strategico - concorda Silvio Magliano, capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino e Consiglio Regionale del Piemonte -. Non solo per il nostro territorio, ma per l'intero sistema Paese: una vera e propria occasione persa. Abbiamo appreso la notizia con disappunto e consideriamo questo un grave errore da parte di questo Governo. Auspichiamo dunque un cambio di rotta. Torino ha tutte le potenzialità che ne fanno la sede giusta, con il Politecnico, l'Università, aziende di livello, start-up innovative e in generale un tessuto sociale, "culturale" e imprenditoriale che ne farebbero la sede migliore, ben più di altre città e ben più della stessa Milano. Fin dal primo momento avevo recepito la proposta di Don Peyron (Direttore della Pastorale Universitaria e Coordinatore dell’Apostolato Digitale di Torino) promuovendo la candidatura di Torino sia in Consiglio Comunale sia in Consiglio Regionale. Non perdiamo l'ennesima occasione per i giovani, per l'Università, per il Terzo Settore".

"Pichetto: I3A si deve fare a Torino"

Ma addirittura dagli ambienti governativi arrivano voci a sostegno della posizione di Torino. Come quella di Gilberto Pichetto Fratin, viceministro allo Sviluppo economico: "Il governo deve dare seguito ad una legge del parlamento, al momento non mi risulta ci siano decisioni diverse. Spero quanto prima si chiarisca equivoco : il centro per l’intelligenza artificiale a Torino si deve fare".

Anche Chiara Appendino, sindaca all'epoca dell'avvio del progetto, usa parole dure: "La notizia che Torino ha perso il Centro per l’Intelligenza Artificiale è un colpo ferale per la cittàUna battuta di arresto di cui non si sentiva il bisogno”. E aggiunge: "È inaccettabile che, con una legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale, qualcuno metta in dubbio lo sforzo che Torino ha fatto, e ciò che merita per il suo futuro. Il Governo smentisca immediatamente quanto emerso ieri e onori gli impegni presi, colmando un ritardo che il Paese non può più permettersi".

E Nadia Conticelli, capogruppo del Pd in Comune sottolinea: "Auspichiamo che il Governo chiarisca rapidamente la dichiarazione sibillina della Ministra Massa in merito alla localizzazione e all’assetto del  Centro per l’Intelligenza artificiale. Non si tratta di avere un “contentino” in cambio: valorizzare e  le potenzialità del settore dell’intelligenza artificiale significa fare un investimento davvero strategico non solo per Torino ma per tutto il Paese. Peraltro è  stata una scelta assolutamente trasparente e di merito, formalizzata con un atto legislativo, rimarcato nel decreto Sostegni bis, che stanzia 20 milioni per la l’avvio di I3A a Torino".

Anche Mino Giachino si scaglia contro l'ipotesi che nega I3A a Torino: "La vicenda del Centro per la Intelligenza Artificiale è solo l’ultima vicenda nella quale a Roma non premiano Torino. Già nella ultima Legge Finanziaria non era stata stanziato neanche un euro per il settore auto e indotto, così importante per la nostra Città, e li qualche risultato lo abbiamo raggiunto. Ieri la mazzata sul Centro per la Intelligenza Artificiale: un'idea brillante nata da un un Parroco illuminato, don Luca Peyron, e accolta a suo tempo dal Governo Conte e inserita nella Legge. Chi difende gli interessi di Torino  a Roma? Cosa fanno i 57 parlamentari piemontesi? Cosa fanno i piemontesi con incarico di Governo?".

Massimiliano Sciullo

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