Tra post pandemia e guerra, come sono cambiate le abitudini dei consumatori? Una domanda che ha trovato parecchie risposte al Festival Internazionale del Giornalismo alimentare, rassegna arrivata alla settima edizione.
A fare un bilancio della due giorni, ai microfoni di Claudio Porchia, è Massimiliano Borgia, direttore Festival Internazionale del Giornalismo Alimentare: "Abbiamo dovuto tenere conto della ripresa post pandemia e ha approfondito l'incognita della guerra. Il programma è stato adattato al tema dell'organizzazione dell'economia legata al cibo e al sentimento dei consumatori. Abbiamo presentato varie ricerche su questo: che paure hanno in consumatori? Come sono cambiate le loro scelte, visto il tema dell'approvvigionamento?".
Quello che è emerso è che soprattuto la pandemia ha cambiato i comportamenti. Tanto dei consumatori, quanto delle aziende: "Da alcune scelte non torneremo più indietro: due anni fa era impensabile comprare del cibo da un'azienda agricola, tramite pc. Oggi molte aziende hanno i canali social per vendere" spiega Borgia. "Il lockdown - prosegue il direttore del Festival del Giornalismo Alimentare - ci ha insegnato a vendere direttamente. E' aumentato il delivery, ma c'è un problema di comunicazione: chi ci spiega cosa stiamo comprando? Sul cibo è rischiosissimo".
Da qui la necessità di porre un freno alle fake news alimentari, considerate una vera e propria piaga.
L'appuntamento per la prossima edizione è fissato per febbraio 2023. "E' un periodo naturale del festival, quando ancora nessuno in Italia parla del cibo".