Avrebbe dovuto compiere 102 anni ed era sopravvissuto alla guerra, alla fame e alle violenze del campo di concentramento. Giovedì 16 giugno, San Secondo di Pinerolo ha perso Alberto Avaro, il suo ultimo ex internato. “Con una presenza costante e riservata per tutti questi anni, Avaro ha contribuito a mantenere viva la memoria storica del nostro paese” dichiara il sindaco di San Secondo di Pinerolo, Adriana Sadone.
Finché la salute glielo ha permesso, infatti, è stato lui a portare la bandiera degli ex internati durante le manifestazioni: “Non perdeva un giorno della memoria, o una festa della Liberazione – racconta Sadone –. C’era sempre anche al 4 novembre, festa dell’unità nazionale e delle forze armate”.
Assieme all’altro ex internato di San Secondo di Pinerolo, Marco Cogno, aveva sollecitato la realizzazione del monumento dedicato in piazza Europa.
Alpino del Terzo Battaglione Pinerolo, nel 1943, Avaro venne catturato dai tedeschi per essere inviato prima in un campo di smistamento, poi in quello di punizione di Hiltrup e, infine, in un campo vicino a Düsseldorf, da dove uscì nel febbraio del 1945, quando venne liberato dalle truppe alleate.
‘Purtroppo anche a casa le torture e le violenze subite continuavano a farsi sentire. Soprattutto la notte, incubi da scappare dal letto... e poi anche di giorno il ricordo non mi permetteva di trovare pace. Ci sono voluti più di dieci anni per cominciare a vivere davvero’ così raccontava Avaro al nipote Davide Rosano che aveva raccolto la sua testimonianza. I suoi ricordi sono entrati in un volume pubblicato dal Comune.