Nei giorni scorsi è stato pubblicato il nuovo Piano di gestione dei rifiuti per il Piemonte. Esso prevede, tra le altre cose, una serie di scenari futuri in cui l’incenerimento dei rifiuti continua ad essere centrale.
In merito a tali decisioni il segretario regionale del PRC-SE Alberto Deambrogio ha dichiarato: “Finalmente siamo di fronte a un piano complessivo, che però continua a puntare sull’incenerimento dei rifiuti. Si configurano alcuni scenari possibili. Nel primo si ipotizza la costruzione di due termovalorizzatori collocati in area nord est (province di NO, VC, BI, VCO) e in area sud est (province di AL e AT). Nel secondo si prevede di attivare una terza linea dell’inceneritore di Torino. Nel terzo si prevede di incenerire fuori dal Piemonte; insomma l’opzione di non bruciare rifiuti non è contemplata”.
“Questo approccio è assolutamente discutibile. Mentre dall’Unione europea arrivano indicazioni per andare verso una raccolta differenziata crescente (rifiuti urbani al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035), qui da noi non facciamo minimamente i conti con questa soluzione, l’unica praticabile per non incenerire. La raccolta differenziata in Piemonte è al palo da anni, persino in quei territori virtuosi, come il chierese, che l’hanno praticata. In tutto il territorio regionale si sta decisamente andando verso altre pratiche di raccolta che sostanzialmente dicono: il porta a porta si deve abbandonare”.
“Eppure ci sono esempi in grado di rappresentare bene, plasticamente, l’efficacia di una raccolta differenziata unita a tariffa puntuale, penso alla città di Parma o a Livorno dove tra un anno e mezzo si spegnerà il termovalorizzatore esistente”.
“Si tratta dunque di scelte politiche di fondo che non a caso non si contemplano come strategiche nel Piano piemontese. Se si guarda agli utili stellari conseguiti dell’impianto di termovalorizzazione gestito da TRM a Torino, forse se ne possono intuire alcune motivazioni”.
“In ogni caso – ha concluso Deambrogio – ora si apre una finestra temporale utile non solo per presentare osservazioni al Piano, ma anche per costruire un articolato movimento di lotta, capace di far valere le sacrosante ragioni contrarie all’incenerimento”.