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Economia e lavoro | 07 luglio 2022, 07:00

Dall'agricoltura alla Formula 1, Petronas guarda al futuro sempre più "green"

Domenico Ciaglia: "Dopo la pandemia, abbiamo avuto cali ma anche aumenti come nel settore dei trasporti. La guerra in Ucraina? Perso il 10% dei ricavi netti per questa regione"

stabilimento aziendale

Lo stabilimento Petronas di Villastellone

Attenzione al territorio, ecologia, innovazione e diversificazione. Sono alcuni degli elementi che caratterizzano la PETRONAS Lubricants Italy di Villastellone. L'azienda internazionale malese, ex Selenia, ha superato bene la crisi dovuta al covid, premiando quest'anno con un bonus da 400 euro i propri dipendenti. 

"Nessuno era pronto per la pandemia - spiega Domenica Ciaglia, managing director dell'area Emea del gruppo PETRONAS -.  Ma sono orgoglioso di come abbiamo reagito come squadra, a tutti i livelli, collaborando tra azienda, management e sindacati per garantire continuità alle attività conprodotti fondamentali per la vita delle persone". 

Dall'agricoltura alla Formula 1, la Petronas fornisce infatti oli e lubrificanti fondamentali per diversi settori, e non si sono mai fermati durante la pandemia.

"I mezzi per trasportare farmaci, viveri, persone, prodotti fondamentali erano essenziali anche durante il lockdown. All'inizio eravamo preoccupati, ma abbiamo avuto anche una reazione forte e di squadra importante, che ci ha permesso di reagire nel modo migliore. Abbiamo fatto leva sul'esperienza vissuta dai colleghi in Cina, per capire come avevano reagito loro, abbiamo attuato alcune best practice e le abbiamo implementate immediatamente, così abbiamo potuto accelerare i tempi e risparmiare sull'acquisto dei materiali sanitari, garantendo una copertura adeguata. I nostri dipendenti ci hanno seguito con fiducia, rispettato i protocolli, per questo pur continuando a lavorare, non abbiamo registrato casi nella prima fase". 

A livello di guadagni la Petronas non ha registrato quindi cali negli ultimi due anni, anzi. "Fornendo materiali per l'agricoltura e il trasporto non abbiamo subito grandi perdite di guadagno dando continuità anche ai nostri clienti e partner degli altri settori, proteggendo l’occupazione. Nel 2020 abbiamo avuto guadagni superiori addirittura. Superata quindi la prima fase, oggi abbiamo ritenuto giusto dare ai dipendenti questo riconoscimento per dare ancora un volta un senso di squadra. In tutto sono circa 500 dipendenti in Italia, abbiamo perciò investito oltre 200 mila euro"

Finita una crisi però, ne è iniziata un'altra: la guerra in Ucraina. 

"Ha avuto un impatto sia sul costo vita sia in generale sulla vita quotidiana. Ucraina, Russia e Bielorussia era un mercato dell'export molto importante per noi, soprattutto in ambito agricolo, ma anche sull'automotive, i mercati che crescevano molto bene. Adesso abbiamo sospeso tutte le attività in Ucraina. Abbiamo però garantito delle agevolazioni per il Paese e, nonostante la guerra, molte di queste imprese, stanno ancora importando. Un grande segnale di resilienza, sopravvivenza per loro e le loro aziende. Certo, non lo fanno per profitti in questo momento ma sanno l'impatto che può avere non andare avanti". 

Un evento drammatico che per quella regione segna ovviamente un calo dei guadagni anche per Petronas. "Andremo a perdere il 10% dei ricavi netti operativi in questa regione. Un impatto milionario che recupereremo in altre zone. La pandemia ha dato la possibilità di reagire, ma una guerra che colpisce un mercato di destinazione non la possiamo influenzare". 

Oggi Petronas conta più di 1000 dipendenti nell'area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), tante sono donne e per questo ha ricevuto il premio tra i 200 migliori posti di lavoro per le donne, il riconoscimento "200 best employers for women 2022". "Siamo molto orgogliosi del risultato di questa società tedesca, ma è arrivato per caso. Stiamo cercando di promuovere la trasformazione culturale, molto più aperta liberale e pro business, sia creare possibilità alle persone di esprimersi. Il nostro obiettivo è puntare sulla competenza e sulla diversità culturale e di genere".  

Motivo di orgoglio e punto di forza per la Petronas anche la partecipazione in Formula 1. 

"Sicuramente è un nostro punto di forza. Poi c’è la nostra partecipazione alla Formula 1. I nostri prodotti sono al servizio dei piloti Luis Hamilton e George Russell. Tutti i nostri prodotti che usano la Formula 1 sono sviluppati qui, nel centro di ricerca mondiale di Petronas a Villastellone. Abbiamo ingegneri che seguono il team nel mondo e che fanno analisi costantemente fornendo i dati direttamente agli ingegneri di qui che poi usano per migliorare i prodotti. La Formula 1 è uno sport, ma è anche un business, le performance e la sicurezza sono alte e la richiesta lo è altrettanto, questo ci spinge a dare il massimo".  

Un altro punto di forza della Petronas è la sua storia.

"Qui nacque il primo stabilimento Fiat per i lubrificanti nel 1912, a dicembre 2007 la Petronas ha acquistato Selenia perché diventasse un’azienda internazionale. Quell'acquisizione e gli ulteriori investimenti come quello per il centro ricerca del 2018, fanno forza sull’heritage del team che c'era, sul lavoro di squadra, ma anche sul territorio. Per questo oggi la nostra è un'azienda in grado di attrarre talento locale, dal Politecnico di Torino a quello di Milano, che sono fonti importanti per possibilità di impiego, ma attiriamo anche tante expertise dal resto di italia e da tutto il mondo". 

Oggi nello stabilimento di Villastellone lavorano circa 400 addetti tra la sviluppo e ricerca (122) e produzione (256). Il che genera un profondo e costante anche il legame con il territorio

"Abbiamo collaborato con il Comune di Santena per la tappa di Giro di Italia, ma abbiamo condiviso anche idee su come migliorare la vivibilità del territorio con investimenti sulle strade e sulle piste ciclabile. Ci teniamo sia come impresa sia a livello sociale anche perché alla fine, tutti noi viviamo qui vicino", conferma Ciaglia.

In questo senso, lo stabilimento consuma energie elettrica il cui approvvigionamento è da fonti rinnovabili 100%. "Abbiamo in progetto un impianto fotovoltaico su tutto il sito per poter generare buona parte dell'energia nostra, con un aspetto sostenibile ed economico. Abbiamo collocato dietro lo stabilimento alcuni alveari, un altro punto centrale per la sostenibilità, un piccolo gesto ma fondamentale, per rispondere e dimostrare che siamo un’azienda attiva e sensibile sul territorio". 

Dal 2018 Petronas ha aperto il grande centro ricerca da 60 milioni di dollari, ma la società malese continua a investire soprattutto per la ricerca sul "green".

"Stiamo lavorando su diversi filoni. Sul medio-lungo termine: stiamo lavorando verso l’elettrico dei veicoli. In tal senso abbiamo lanciato un paio di prodotti, come Petronas Iona, dedicato al mondo della mobilità alternativa, e nuovi business come quello del fluido di immersione per le batterie e dei fluidi per le trasmissioni alle batterie elettriche. Nell'immediato, cerchiamo di lavorare su prodotti che già vendiamo, migliorando la tecnologia per avere una durata maggiore, una migliore efficienza del veicolo e l'abbattimento delle emissioni. Lavoriamo inoltre sulla riduzione della plastica sul packaging dei prodotti packaging e siamo membro del consorzio oli usati, un'eccellenza italiana che si occupa della raccolta di oli e lubrificanti usati per riciclarli e cederli a imprese che li riutilizzano. Tutto questo in. un'ottica di economia circolare: usare materiali riciclati per continuare a offrire prodotti altamente performanti".

Chiara Gallo

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