Curare i pazienti da casa, da remoto, per evitare di ingolfare gli ospedali e diminuire il disagio legato a un ricovero. E’ questo l’obiettivo del progetto sperimentale di telemedicina presentato questa mattina dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi.
La sperimentazione
La sperimentazione durerà qualche mese e coinvolgerà 4.800 pazienti in carico alle aziende sanitarie di Torino, Alessandria, Cuneo 1 e Cuneo 2, grazie all’impiego di oltre 500 professionisti sanitari. Scambio di referti e opinioni, immagini e diagnostica: tutto questo verrà svolto da remoto, seguendo il motto “Telemedicina, la qualità della vita del malato nella qualità dell’assistenza”.
Icardi: “La telemedicina importante, ecco perché”
“E’ un progetto importantissimo che deriva dall’esperienza del protocollo piemontese del Covid a casa. Abbiamo sviluppato questa sperimentazione integrata all’assistenza domiciliare, con una la cartella clinica informatizzata e un sistema di condivisione” ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi. “La telemedicina può dare supporto importante: se torniamo a curare le persone a casa, non solo le lasciamo nel loro ambiente ma le curiamo meglio e con gli strumenti tecnologici a disposizione possiamo fare un grande lavoro sul territorio” ha proseguito l'assessore.
Telemedicina in tutto il Piemonte?
La volontà è quella di espandere il progetto, coinvolgendo oncologici e pediatri. Il sogno? Arrivare, in caso di buoni risultati, a coprire tutto il Piemonte, come confermato dal direttore dell’Asl Città di Torino, Carlo Picco: “Con l’Azienda Zero potrebbe essere implementato e pianificato il progetto, arrivando a una gestione globale con la telemedicina di tutto il Piemonte”.
“La pandemia ci ha insegnato che la vecchia gestione non regge all’urto di grandi numeri” ha affermato Picco. Da qui la necessità di rinnovare i sistemi informatici e la gestione di alcune pratiche.
Il progetto è realizzato dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione Cigno di Ovada, con il supporto economico della Fondazione Compagnia di San Paolo.