Quando l’ha visto, non ha avuto dubbi: doveva essere Jonah Morel ad indossare i panni di Giosuè Gianavello in uno dei momenti più drammatici della sua esistenza. “Pur essendo più giovane di Gianavello in quel periodo, Jonah era la persona adatta: gli ho dovuto chiedere solamente di far crescere la barba”. Così Marco Poet, regista del docufilm ‘Coscienza e Resistenza. Giosuè Gianavello – Il Leone di Rorà’, racconta l’incontro con uno dei rorenghi chiamati a interpretare il personaggio principale, protagonista della resistenza valdese, che dall’esilio a Ginevra fornì le istruzioni che guidarono il Glorioso Rimpatrio. L’interprete di Gianavello in età più avanzata è invece Rinaldo Tourn e più di quaranta compaesani sono stati coinvolti nelle riprese del video che viene presentato domani, venerdì 15 luglio, alle 20,30, nell’area dei campi sportivi di Rorà. Per assistere alla prima non c’è già più posto: “Abbiamo riempito in poco tempo i duecento posti disponibili, tanto da dover spostare la proiezione in un luogo ampio come quello dei campi sportivi” afferma il sindaco di Rorà, Claudia Bertinat.
Quello che è diventato un medio metraggio di quarantacinque minuti, all’inizio doveva essere un documentario di una decina di minuti, commissionato dal Comitato per i luoghi storici valdesi, ma poi il Comune di Rorà ha chiesto che venisse coinvolta la popolazione nella realizzazione permettendo di sviluppare la trama. “Vestire i panni di quell’epoca ha per noi un valore identitario – rivela Bertinat –. Il risultato è un film emozionante, il racconto dei momenti più drammatici della vita di Gianavello, e una testimonianza della biodiversità culturale custodita nelle nostre vallate”. Per legare le varie parti del racconto è stata scelta la voce narrante di Giorgio Tourn, pastore valdese, storico e profondo conoscitore della storia locale.
Le riprese sono state fatte dal regista, Marco Poet, direttore artistico della Visu.Film, divisione multimedia dell’associazione Hari. Con lui ha lavorato Christian Rostagnol, e assieme hanno scovato i luoghi della Val Pellice in grado di trasportare il lettore nel Diciasettesimo secolo. “Un’antica casa di Rorà ha fornito gli interni della locanda ginevrina in cui il protagonista trascorse i suoi ultimi anni e dell’osteria di Magna Giana di Villar Pellice, uno dei punti dove riusciva a raccogliere informazioni sui movimenti delle truppe. L’assemblea di Pinasca è stata girata invece nel Tempio del Ciabas” racconta Poet. Per le scene ambientati in osteria sono stati coinvolti anche giocatori della morra: “Siamo stati fortunati: loro, come gli abitanti di Rorà, si sono rivelati molto espressivi” racconta Poet.
Uno dei momenti più scenografici del film, girato poco sotto il Colle Giulian, nasconde invece un aneddoto che ha colpito attori e tecnici. “Avevamo deciso di salire al colle il 19 febbraio perché si trattava di un sabato compatibile con i nostri impegni. Solo successivamente, rileggendo i testi storici, ci siamo resi conto che proprio quel giorno del 1664, Gianavello raggiungeva il colle per dirigersi in esilio a Ginevra” rivela Poet.
Dopo la prima a Rorà, ci saranno altre presentazioni del docu film: venerdì 22 luglio a Bobbio Pellice, sabato 23 al rifugio Jervis, giovedì 4 agosto a Torre Pellice, sabato 24 settembre a Villar Pellice, sabato 1° ottobre a Pinerolo e sabato 8 a Pomaretto.