Mentre a Roma si consumano i riti della crisi di Governo, nelle fabbriche i lavoratori temono per i propri stipendi, divorati dall'inflazione galoppante. Oggi - in tutte le aree dello stabilimento Iveco di Torino, sia nelle officine che negli uffici -, i rappresentanti dei lavoratori della Fiom Cgil distribuiranno un volantino per richiamare l'attenzione sul problema della perdita di potere d'acquisto degli stipendi.
"La necessità - dicono i rappresentanti dei metalmeccanici Cgil - è quella di combattere il “carovita” che tanti danni e problemi scarica sui lavoratori. Questo argomento oggi è di straordinaria attualità e non è sempre semplice spiegare il perché, dopo tanti anni, dell’aumento dell’inflazione alle persone. Tutto viene collegato alla guerra, che ovviamente incide moltissimo, ma non è solo questo".
"Imprese e governo - prosegue il volantino distribuito da Fiom - devono assumersi precise responsabilità nel trovare soluzioni a problemi che già esistevano da tempo e che si sono ulteriormente aggravati con la guerra. Sono importanti gli annunci sul futuro di Iveco, ancora più importanti le stabilizzazioni nello stabilimento produttivo (l’accordo sulle assunzioni dei somministrati), chiediamo le stabilizzazioni anche
negli enti centrali: guardare al futuro significa però anche dare risposte concrete oggi di difesa del potere d’acquisto delle retribuzioni".
E concludono: "In Iveco, Fpt e Cnhi - come in tutte le aziende che applicano il Contratto collettivo specifico - esiste un unico livello di contrattazione e il Contratto è in scadenza: chiediamo aumenti salariali veri con meccanismi in difesa dell'inflazione e chiediamo che la contrattazione porti aumenti salariali per tutti e non per pochi".