"Prosegue lo stillicidio iniziato nel 2020. Calano i fondi regionali e il numero di persone non autosufficienti seguite a domicilio nella città di Torino. Abbiamo infatti scoperto che la Giunta Cirio, in modo del tutto silenzioso e non condiviso, si potrebbe dire alla chetichella, nella variazione di bilancio approvata la scorsa settimana ha stornato 4,3 milioni di euro dal Fondo regionale di coesione sociale, quello che finanzia gli assegni di cura della città di Torino", attacca Monica Canalis, vice Segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale.
Lo stanziamento finale è pari a 40,7 milioni di euro.
Il Fondo di coesione sociale, istituito in virtù della Legge regionale 1/2004, conosciuto anche come “fondo extra Lea”, prevedeva
- 55 milioni di euro nel 2019,
- 53 milioni nel 2020,
- 50 milioni nel 2021,
- 45 milioni nel bilancio di previsione 2022.
"Ora si è scesi a 40,7 milioni. Uno scempio!", prosegue Canalis. "Dall’assessore Marrone, che tra l’altro è torinese, ci saremmo aspettati una difesa della spesa storica per la non autosufficienza a Torino, città nella quale nel 2003 è nata la sperimentazione di assistenza sociale e sanitaria a domicilio, poi replicata nelle altre Asl della Regione. Questa Giunta non solo ha azzerato i fondi sanitari per assegni di cura domiciliari, ma sta progressivamente riducendo anche i fondi sociali regionali, quelli che sono soggetti a ISEE, nascondendosi dietro al voucher finanziato con fondi sociali europei del FSE che però hanno carattere di temporaneità, occasionalità, aleatorietà e difficile gestione operativa".
"I voucher cosiddetti “Scelta sociale” si fondano infatti su criteri e risorse del tutto incerti. Non è chiaro quali saranno le modalità di selezione dei beneficiari e di erogazione delle somme. Si rischia una gran confusione e una cattiva gestione di fondi europei. Chi farà i controlli sulle caratteristiche dei beneficiari e sul loro diritto a ricevere il voucher? Ci chiediamo inoltre da quali altre destinazioni sia stata distolta questa porzione dell’FSE.
I fondi europei di carattere sociale dovrebbero essere aggiuntivi e non alternativi o sostitutivi dei fondi regionali, sia sanitari sia sociali.
A fronte degli 11.121 piemontesi non autosufficienti in lista d’attesa al 3.1.2022 per un progetto di assistenza domiciliare, la Giunta Cirio ha ritenuto di tagliare drasticamente il capitolo dedicato agli assegni di cura della città di Torino.
Nella città di Torino le persone gravi e gravissime seguite a domicilio erano 4.799 a fine 2019 e 4.672 a fine 2020. Un calo che fa a pugni con l’allungamento delle liste d’attesa, con l’invecchiamento della popolazione e con la crisi economica delle famiglie. Cosa farà l’Asl città di Torino per i malati in lista d’attesa? Gli assegni di cura iniziati verranno portati avanti, ma le persone decedute non verranno sostituite. Questo è il triste pronostico.
Un taglio su fondi regionali in vista di maggiori fondi europei è segno di un forte disimpegno e deresponsabilizzazione da parte della Regione. Viene insomma confermato il disimpegno della Giunta Cirio sulle fragilità sociali, iniziato negli anni scorsi, con un particolare accanimento sulla città di Torino, che guarda caso è guidata dal centrosinistra. Le cure però non dovrebbero avere colore politico".
"Nessun taglio, se non nella testa del Pd. Anzi, gli assegni di cura della Regione, tra i fondi strutturali europei e quello regionale, ammontano a oltre 90 milioni, mentre il massimo stanziato dal centrosinistra nella scorsa legislatura era 65 milioni". Lo dichiara l'assessore alle Politiche sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, replicando al Partito Democratico.
"A fronte dei fondi europei aggiuntivi per i voucher di assistenza domiciliare direttamente nelle tasche di chi ha bisogno - continua Marrone - abbiamo usato appena quattro milioni per finanziare fondamentali politiche sociali lasciate sul lastrico dal centrosinistra, come l'invecchiamento attivo, i progetti di vita indipendente per i disabili gravi, i pacchi alimentari per gli indigenti, il sostegno al terzo settore che prende in carico i cronici sul territorio".
"Tutto resta quindi nel welfare, su questi capitoli fondamentali per i piemontesi più fragili, che evidentemente non interessano al Pd", conclude Marrone.