Buone notizie per i facchini della Rai di Torino. Ieri l'assessore comunale al Lavoro Gianna Pentenero ha incontrati i vertici del Centro di Produzione di via Verdi. Il problema più grave che riguardava il settore era la decisione di tagliare del 50% le ore di lavoro agli operai, che lavoravano tramite un appalto rinnovato ogni due mesi. Tradotto stipendio dimezzato, che da mille euro passa circa a 500.
Una cifra troppo bassa per mantenere una famiglia e così, dei 34 lavoratori iniziali, ne restano solo 15: molti degli altri hanno preferito chiedere la disoccupazione, che consente almeno di comprare il cibo ai propri figli.
Bandi pluriennali
"L'azienda - spiega Pentenero - procederà a un appalto ponte per la gestione del montaggio e smontaggio studi presso la sede in via Verdi, l'Auditorium in via Rossini e il magazzino in corso Giambone fino alla primavera prossima. Alla scadenza di questo periodo ci saranno la predisposizione per un appalto di un anno e mezzo per assegnare il servizio e il bando per una gara che garantirà la copertura nei prossimi cinque anni". Un segnale positivo, anche nell'ottica più ampia delle progettualità della Rai su Torino.
Produzioni trasferite a Milano e Roma
Negli ultimi mesi i sindacati hanno più volte denunciato la volontà di viale Mazzini di disinvestire sul capoluogo piemontese, con il trasferimento di produzioni e personale a Roma e Milano. L'ultimo caso in ordine di tempo riguarda la trasmissione "Stasera c'è Cattelan". Le riprese di quest'ultima sono iniziate a settembre a Torino, ma da gennaio 2023 tutto è stato spostato nel capoluogo lombardo, lavoratori compresi.
"La Rai ha stabilito a Torino il suo museo per confermare queste radici e la città vuole continuare a lavorare, evolvere e svilupparsi insieme all'azienda della TV di Stato".