Quando si fa sorgere una città a cavallo di un fiume, si collegano le sue sponde attraverso ponti. Così avvenne anche per Torino che, costruita ai due lati del fiume Po, venne arricchita da numerosi ponti che mettono in comunicazione le varie zone della città e consentono di attraversarla agevolmente.
Uno di questi è sicuramente ponte Vittorio Emanuele I, che collega piazza Vittorio Veneto alla Piazzetta Gran Madre di Dio. Costruito in epoca napoleonica, su di esso aleggia un velo di mistero riguardo ad una storia che lo vede protagonista.
Progettato dall'ingegnere Claude Joseph La Ramee Pertinchamp, iniziò ad essere edificato il 22 novembre del 1810, quando venne posata la sua prima pietra. Su di essa, si può leggere ancora questa incisione:"Napoleone I imperatore dei francesi e Re d'Italia, protettore della confederazione del Reno, mediatore della confederazione Svizzera, sempre grande in pace e grande in guerra, aveva, con decreto 27 dicembre dell'anno 1807, accordato alla sua buona e fedele città di Torino".
Oltre a collegare le varie parti della città, Ponte Vittorio Emanuele I fu il primo ad essere costruito interamente in pietra a sostituzione del legno, e avrebbe dovuto esaltare le gesta valorose di Napoleone Bonaparte, celebrandolo come Re d'Italia. Ma così non fu, perché egli venne esiliato presso l'isola di Sant'Elena e ben presto salì al potere Vittorio Emanuele I, che decise di far portare comunque a termine la costituzione del ponte, nonostante la ritrosia del popolo.
La cosa che, forse, non tutti sanno, però, è che nel pilastro centrale del ponte è custodito ancora oggi un tesoro, nascosto all'epoca della costruzione: 79 monete d'oro, argento e bronzo, e altre monete poste in ordine di data dal 1797 al 1810. Inoltre, due targhe commemorative in metallo, una di Vernazza, in latino, e l'altra di Deperret, in francese, e ancora un metro d'argento, a simboleggiare il sistema metrico decimale appena adottato.
Le monete furono chiuse all'interno di uno scrigno di legno mentre le targhe e il metro in un tubo di vetro lavorato. Entrambi, poi, furono collocati all'interno di un contenitore in piombo a tenuta stagna e resistente al peso della costruzione, e quest'ultimo venne murato nel pilastro centrale del ponte.
Non si sa se tutto questo corrisponda al vero o sia solo una leggenda, ma se crederci è un po' sognare... perché no?
In Breve
venerdì 02 maggio
giovedì 01 maggio
Che tempo fa
Rubriche
Accadeva un anno fa
Eventi