Valorizzazione dei quartieri, Circoscrizioni, mercati e commercio di vicinato. Stop al consumo di suolo e salvaguardia delle aree agricole. Sistema Ferroviario Metropolitano, ma anche linea metro 1 2 con la possibilità di prolungamento e connessione con gli altri servizio di trasporto pubblico. Sono queste le linee guida per dotarsi di un nuovo piano regolatore, approvate questa mattina dalla giunta Lo Russo. Nei prossimi anni Torino cambierà profondamente volto con oltre 300 interventi finanziati con 600 milioni di fondi Pnrr e 148 milioni di risorse Pon metro plus, oltre alla progettazione della metro 2 attualmente finanziata da Rebaudengo al Politecnico.
Mazzoleni: "Nuovo piano tratta transizione energetica e ambientale"
Il piano regolatore detta regole, stabilisce limiti e indica, progettandolo, il futuro della città, tanto nelle sue aree di sviluppo quanto nella trasformazione del tessuto urbano consolidato. Quello in vigore ad oggi fu adottato nel lontano 1991 e approvato nel 1995, opera di Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi. “È evidente che uno strumento pensato negli anni ’90 – spiega l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni - non risponde più alle esigenze delle città. Serve un nuovo piano, costruito a partire dai temi che caratterizzano la specificità del tessuto urbano ma anche da una oggettiva esigenza di contemporaneità, ovvero di un atteggiamento capace di trattare, al tempo stesso, la consistenza dei luoghi da trasformare, la transizione energetica e ambientale, l’aspetto demografico”.
I nuovi strumenti
Uno dei passaggi chiave del nuovo strumento sarà quello di accogliere la tecnologia dell’Urban Digital Twin, un “gemello digitale” per consentire analisi urbane più avanzate, simulazioni di trasformazione del territorio, facilitare l’accesso a informazioni georeferenziate da parte di professionisti e cittadini, implementare dati raccolti in tempi e modi differenti. Una delle differenze principali rispetto al 1995 è che Torino si è rimpicciolita, con abitanti che diminuiscono di anno in anno. In quest’ottica il nuovo Piano Regolatore dovrà riallineare offerta e domanda di abitazioni e costruire un sistema residenziale – pubblico e privato – adeguato agli studenti e ai giovani lavoratori, costruendo le condizioni perché possano rimanere in città. E proseguendo sulla strada aperta con Flashback Habitat, che è andato ad occupare con mostre d’arte ed eventi una villa abbandonata in corso Giovanni Lanza, l’Amministrazione punta a favorire l’uso temporaneo degli spazi dismessi per attività culturali, sociali e ricreative.
E per realizzare il nuovo strumento verranno coinvolti associazioni, enti pubblici e stakeholders. Il lavoro partirà già da domani. Mercoledì e giovedì giugno, infatti, la sede di Urban Lab ospiterà “Torino cambia: un piano per la città”, due giorni di tavoli tematici non aperti al pubblico ma riservati a portatori d’interesse e addetti ai lavori. Il 7 giugno alle 18,30 racconterà la sua visione di Torino Amanda Burden di Bloomberg, mentre l’8 giugno alle 12.30 sarà la volta dell’architetto e urban designer Cino Zucchi.