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Politica | 04 agosto 2023, 17:54

Smartworking, Russi (M5S) contro il regolamento comunale: “Così è concepito per prendere più gettoni”

Il capogruppo del M5S durissimo dopo le ultime commissioni di agosto molto partecipate, ma da remoto: “Modifiche regolamentari studiate per prendere più gettoni”. E Catizone risponde a Russi

sala orologio

Il capogruppo del M5S durissimo dopo le ultime commissioni di agosto

Il ritorno delle battaglie anti casta. Torna alle origini il M5S, con il capogruppo a Torino Andrea Russi che si scaglia contro l’abuso dello smartworking a Palazzo Civico, durante le commissioni consiliari.

Dopo il botta e riposta tra Sala Orologio e spiaggia tra Diena (SE) e Catizone (Lega), Russi è tornato sul tema puntando il dito contro “un contesto di modifiche regolamentari studiate per prendere più gettoni, di cui adesso si vedono gli effetti”.

"Il 1° agosto 12 consiglieri in remoto"

Sì, perché se in un periodo di normalità il collegamento da remoto era un’eccezione e veniva utilizzato perlopiù dalle mamme e dai papà che dovevano seguire i figli o da chi aveva un impedimento logistico, nelle ultime “sedute agostane” lo smartworking ha preso decisamente piede: “Il 1° agosto 12 consiglieri erano collegati online, qualcuno in evidente tenuta vacanziera” denuncia Russi, che rivendica come il M5S non abbia mai partecipato ai lavori in modalità online. 

Gli esempi contrari si sprecano: c’è chi si collega da Dubai, chi dal Portogallo e chi direttamente dall’auto mentre guida. Qualcuno, dopo 4 mesi in cui è stata resa possibile questa modalità, fa notare che non si vedono le slides proiettate durante le commissioni. 

Obiettivo gettone di presenza

Insomma, lo smartworking di agosto, soprattutto se abusato, non va giù a tutti e dopo le urla in aula qualcuno ha deciso di farlo notare. L’accusa è pesante: interpretare un regolamento per ottenere il gettone di presenza, senza partecipare in maniera attiva ai lavori di Commissione.

Catizone risponde a Russi

Non accetto lezioni di moralità e sobrietà da chi doveva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno ed oggi non si trova neanche più la scatola, ma solo debito pubblico e disavanzo” è la risposta di Giuseppe Catizone. “Io mi chiedo quanti soldi il Comune spenda in rimborsi spesa ai datori di lavoro. La politica è una cosa seria, ha dei costi da sostenere per garantire la rappresentanza e ci sono regolamenti, che dettano i comportamenti da tenere ed il sottoscritto li ha sempre rispettati” prosegue il consigliere leghista. “Se davvero  Russi vuol fare risparmiare i cittadini, rinunci al rimborso previsto per i datori di lavoro come il sottoscritto fa puntualmente: seppur riconosciuto non ho mai chiesto rimborsi per rappresentare al meglio un mandato ricevuto dai torinesi che ogni giorno onoro con passione e dedizione” conclude Catizone.

Russi ha però ricordato al collega Catizone che l'ospedale per il quale lavora non mai chiesto rimborsi al Comune.

Andrea Parisotto

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