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Attualità | 16 settembre 2023, 11:25

Palazzo Priotti: quando bellezza e sfarzo si incontrano in un unico edificio

Percorrendo corso Vittorio Emanuele II, al civico 52 è impossibile non notarne la bellezza: ecco la sua storia

Palazzo Priotti

Palazzo Priotti: quando bellezza e sfarzo si incontrano in un unico edificio

Percorrendo corso Vittorio Emanuele II, al civico 52 è impossibile non notare un edificio architettonicamente molto ricco: palazzo Priotti.

Esso segna l'inizio del tratto di corso privo di portici ed ha origini antichissime, risalenti alla seconda metà del 1800, quando la famiglia Priotti chiese all'architetto Camillo Riccio di riadattare l'edificio già presente all'angolo tra corso Vittorio Emanuele II, appunto, e via Urbano Rattazzi. Il vecchio edificio era famoso perché ospitava, sin dal 1865, all'angolo con la stessa via Urbano Rattazzi, lo storico caffè Burello, celebre ritrovo di viaggiatori, ma anche dell'aristocrazia e della borghesia sabaude. 

A causa dell'improvvisa scomparsa dell'architetto Riccio nel 1899, il progetto fu affidato a Carlo Ceppi, noto per aver realizzato anche alcune chiese, altre residenze e la stazione di Porta Nuova. Tipico esempio di stile eclettico con contaminazioni in stile Liberty, palazzo Priotti venne completato nel 1901.

Dal 1913 l'edificio divenne di proprietà della famiglia Frisetti che, tra le altre cose, vi fece allestire al suo interno una sala cinematografica. Essa, seppur con le varie ristrutturazioni subite nel tempo, esiste ancora oggi come cinema Ambrosio.

Ubicato al confine tra il centro storico e il quartiere San Salvario, dal punto di vista architettonico palazzo Priotti presenta numerose decorazioni in litocemento, quali le conchiglie di diverse dimensioni su cui idealmente poggiano i bovindi e i balconcini chiusi da ringhiere in ferro battuto. Altre decorazioni nello stesso materiale hanno soggetti fitomorfi e zoomorfi. Vi sono poi stucchi e sculture che arricchiscono ulteriormente le facciate dell'edificio, rendendolo estremamente sfarzoso.

La cimasa o architrave centrale della facciata principale, poi, è il segno distintivo dello stile di Ceppi. Scampato ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, attualmente palazzo Priotti è sede di residenze private e di studi professionali.

Federica De Castro

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