Giovedì 14 marzo, alle 18.30, Off Topic e The Goodness Factory presentano con “Senti Chi parla”, il format dell’hub culturale interamente dedicato a libri e podcast, un nuovo imperdibile ospite sul palco del Bistrò: Leonardo Bianchi con il suo ultimo libro “Le prime gocce della tempesta” per parlare di miti, armi e terrore dell’estrema destra globale. A moderare l’evento Fabio Malagnino (Giornalista e Docente Università di Torino) e Chiara Foglietta (Assessora alla Transizione Digitale della Città di Torino).
Gli amanti e tutti i divoratori di libri e podcast non potranno perdere il prossimo appuntamento con Leonardo Bianchi. Editor di Facta, ha lavorato a lungo per VICE Italia. Collabora con Valigia Blu, Internazionale e altre testate. Cura una newsletter sulle teorie del complotto chiamata «Complotti!» e seguita da migliaia di iscritti ed è autore di altri due libri La Gente (2017) e Complotti! (2021).
Con “Le prime gocce della tempesta” Leonardo Bianchi affronta miti, armi e terrore dell’estrema destra globale. È il maggio del 2012. Un uomo è solo in una stanza e sta scrivendo a una scrivania. Quella, però, non è una normale scrivania: è un tavolo imbullonato al muro bianco. Quella stanza è la cella di una prigione. E quell’uomo non è come gli altri. Otto mesi prima ha colpito a Oslo e sull’isola di Utøya. Ha ucciso settantasette persone in nome di una sola fede: il nazismo. L’uomo verga veloce le ultime righe di una lettera. «Siamo le prime gocce della tempesta purificatrice che sta per abbattersi sull’Europa» scrive Anders Behring Breivik. Comincia da qui, dal carcere di Ila, un’immersione in apnea nell’incubo diventato realtà, un reportage narrativo – sconvolgente e documentatissimo – che racconta la galassia del neonazismo contemporaneo e del terrorismo suprematista bianco. Nelle pagine di questo libro occhi spiritati compulsano manuali dello stragismo fai-da-te; armi sparano come in un videogame contro «diversi», neri, immigrati, musulmani e militanti socialisti; una scia di sangue si allunga da Macerata alla Nuova Zelanda, dagli Stati Uniti alla Norvegia; parole pesanti come piombo inneggiano alla guerra razziale.