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Sanità | 14 aprile 2024, 11:49

Dona il rene al marito che 5 mesi dopo il trapianto vince la medaglia d’oro di sci

L'intervento eseguito alle Molinette. Spiega il professor Luigi Biancone: "In breve tempo questo trapianto può cancellare anni di malattia e sofferenza"

Dona il rene al marito che 5 mesi dopo il trapianto vince la medaglia d’oro di sci

Ha vinto la sua medaglia più importante, che però non è quella d'oro di sci che ha mostrato dal gradino più alto del podio. Paolo Manera, 49 anni, ha infatti trionfato ai World Transplant Winter Games 2024, i Giochi Mondiali Invernali dei Trapiantati, organizzati a Bormio da ANED, dove si sono ritrovati da 22 Paesi, dall’Australia agli Stati Uniti, dal Canada alla Finlandia, oltre 200 atleti, trapiantati di organi e di midollo osseo e donatori viventi. Ad applaudirlo c'era sua moglie, lei si campionessa assoluta, ma di generosità: è stata lei infatti a donargli un rene.

Cinque mesi prima, Paolo era in dialisi in una situazione ben lontana rispetto a quando era un giovane ingegnere edile, sportivo agonista di sci pieno di energie nella provincia di Cuneo. Quando è entrato in dialisi per una malattia renale che si portava dietro da tempo l’attesa della lista trapianto non si prospettava breve con pochi organi per tanti pazienti in lista d'attesa e questo, nonostante l'attività trapianto di rene a Torino sia ai massimi storici (nel 2023 effettuati 229 trapianti di rene all'ospedale Molinette, un numero mai raggiunto in Italia neanche lontanamente).

Ma da tempo la signora Giulia Negri aveva preso in pugno la situazione per cambiare in meglio il destino di suo marito e di tutta la famiglia: si era subito proposta per donargli un rene. Ed è stato scacco matto allo stato di malato.

Dopo un attento periodo di analisi ed esami sia sul ricevente che sulla donatrice, giunge finalmente l'approvazione per il trapianto. La procedura avviene presso la Nefrologia Dialisi e Trapianti dell'ospedale Molinette (diretta dal professor Luigi Biancone, responsabile del Programma di Trapianto Rene). Qui viene eseguito un sofisticato trattamento preventivo di "desensibilizzazione" del ricevente, mirato a prepararlo per il trapianto, nonostante la differenza nel gruppo sanguigno rispetto alla donatrice. Successivamente il marito e la moglie sono stati ricoverati presso l'unità semintensiva della Nefrologia. L'intero ospedale ha contribuito al successo del trapianto, dalle attività dei laboratori alle numerose unità di sangue garantite dai donatori della Banca del sangue e ai servizi di radiologia.

Paolo e la moglie hanno raccontato la loro storia in Sala Colonne, al Comune di Torino, pochi giorni fa, in occasione della  la Giornata Nazionale Donazione e Trapianto [LEGGI QUI].

Mentre ci si aspettava che il trapianto avrebbe migliorato la loro salute, nessuno avrebbe mai immaginato che avrebbe avuto un effetto così straordinario. Dopo soli cinque mesi, il paziente ha partecipato e vinto due manches di slalom gigante, superando atleti austriaci e croati molto competitivi. Partecipare a una competizione di questo genere richiede una vasta gamma di risorse: velocità, precisione nei movimenti, forza muscolare, resistenza e, non da ultimo, attenzione e concentrazione. Senza questi elementi, al massimo un concorrente potrebbe facilmente rallentare o fermarsi durante la gara. Tuttavia il paziente ha dimostrato di possedere tutte queste qualità in misura straordinaria. Ma non era questione di vincere o perdere una gara: partecipare era già una vittoria in partenza.

"La potenza del trapianto renale, soprattutto quando avviene da donatore vivente, continua a sorprenderci", afferma il professor Biancone. "In breve tempo può cancellare anni di malattia e sofferenza, come dimostra chiaramente questa notizia. Tutto ciò è reso possibile dalla generosità dei donatori, la cui donazione può salvare numerose vite".

redazione

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