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Economia e lavoro | 23 maggio 2024, 18:04

Una casa invece del materassino, una per ritrovare la famiglia: ecco i lieto fine della lotta della Cassa dei rider [FOTO]

Nata circa un anno fa su iniziativa di Nidil Cgil, ha raccolto fondi che hanno permesso di aiutare anche altri lavoratori a comprare una bici nuova o a riparare quella in uso. Bonucci: "Andiamo oltre la semplice battaglia sindacale"

collage di foto con due ragazzi e un alloggio

Due rider sono stati aiutati a trovare una sistemazione per vivere, altri sono stati sostenuti nelle spese per la bicicletta

Un ragazzo iraniano aiutato a trovare una casa, tramite l'agenzia "Locare" del Comune e poter così procedere con le pratiche per il ricongiungimento famigliare. Una casa anche per un altro giovane, che per mesi ha dovuto dormire su un materassino gonfiabile tipo quelli da mare, a pochi passi dal bagno e in casa con altre sei persone.
Ma anche un aiuto a comprare una bicicletta nuova - che in questi casi è il vero e proprio strumento di lavoro - o a ripararne un'altra che aveva costi di intervento insostenibili per il proprietario. E' passato meno di un anno dalla sua nascita ufficiale, ma la Cassa di Mutua solidarietà e resistenza rider Torino "Mimmo Rinaldi" sta portanto i suoi effetti positivi.

L'iniziativa di Nidil Cgil Torino

Creata su iniziativa di Nidil Cgil Torino, che tutela i lavoratori atipici (e dunque anche i rider), fin dal principio l'iniziativa non si è limitata solo agli aspetti più squisitamente "sindacali" della materia (dai temi contrattuali alla tutela dei lavoratori), ma ha cercato di ampliare i suoi orizzonti andando a dare una mano e a incidere anche in quelle emergenze di vita quotidiana che rischiavano di rimanere ferite aperte per le persone che nella vita fanno i rider, consegnando cibo e altri prodotti a domicilio. "Sono problemi che emergono quotidianamente, in questi anni. Possono sembrare esigenze banali, ma che possono risultare fondamentali per queste persone", spiega Danilo Bonucci, segretario di Nidil Torino. "Avere la bici rotta, per esempio, può voler dire per questi ragazzi scendere nell'algoritmo della piattaforma che gestisce le ordinazioni e dunque lavorare in orari meno fruttuosi, non a cena o a pranzo, per esempio. Dunque guadagnare ancora meno o addirittura uscire dalla piattaforma stessa".

Diritto alla salute, diritto alla casa

Ma non solo: "Ci sono casi in cui, magari dopo un infortunio sul lavoro, il rider deve fare le visite mediche, ma non ha le risorse per farlo. Fino ad arrivare all'esigenza abitativa. Ci troviamo di fronte a sistemazioni di fortuna che sono al limite della decenza - aggiunge - noi cerchiamo di dare piccoli contributi economici per dare risposte a queste esigenze che spesso rimangono sotto la crosta sindacale".

"Entro l'estate speriamo di poter contribuire ad assegnare altre due abitazioni".

L'attività di sensibilizzazione

Ciò che cerca di fare Nidil Cgil con la sua azione, però, è anche sensibilizzare le persone sulla condizione dei rider, delle loro difficoltà e delle storture del sistema. "Parliamo ai lavoratori, ma anche alla cittadinanza che usufruisce del servizio dei rider - dice ancora Bonucci - Per questo cerchiamo di organizzare molte iniziative: dal concerto per la raccolta fondi al Bunker, lo scorso ottobre, fino alla proiezione del docu-film canadese sul mondo delle piattaforme ("The gig is up", ndr) negli spazi del Blah Blah, per mettere in luce come questa dinamica possa portare a situazioni di difficoltà economica e sfruttamento".

Un foto libro, inoltre, è stato prodotto grazie alla collaborazione con un fotografo, nato proprio in occasione del concerto in via Paganini. "Abbiamo fatto una serie di scatti e riprese sul luogo di lavoro e nella vita quotidiana, per far emergere che dietro al clic sulla app e allo zaino con le pizze ci sono uomini e donne, con storie che devono esser conosciute e rispettate".

La presentazione del libro sta avvenendo in alcuni circoli Arci e nelle Circoscrizioni della città. "Tutto il ricavato va ovviamente alla cassa Mimmo Rinaldi. Tutto per garantire non solo il lavoro, ma anche la dignità delle donne e degli uomini che incontriamo sulla nostra strada".

Massimiliano Sciullo

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