Doppiette ferme nel Piemonte: la stagione della caccia è infatti ufficialmente sospesa su ricorso di Oipa, Leal e Pro Natura, presentato dall'avvocato Aurora Loprete. L'attività venatoria si è aperta ufficialmente lo scorso 15 settembre, per concludersi il prossimo 30 gennaio.
La presidente del Tar del Piemonte ha accolto l'istanza cautelare delle associazioni animaliste contro il calendario della caccia 2024-2025 della Regione Piemonte, riconoscendo l'esistenza di una "situazione di eccezionale gravità ed urgenza". Il provvedimento è stato notificato ieri all'ente guidato dal presidente Alberto Cirio.
Ricorso immediatamente esecutivo
Da un punto di vista legale il ricorso è immediatamente esecutivo, come chiarisce il legale Claudia Taccani: "Si tratta di un procedimento ante causa: si agisce in maniera urgente, chiedendo in questo caso al Tar di sospendere la caccia ancora prima della discussione davanti al Collegio". Il dibattimento verrà fissato a breve, ma fino a tale data c'è lo stop alle doppiette.
Le motivazioni
“Il giudice amministrativo – spiegano Oipa, Leal e Pro Natura - ha stabilito che questa misura era necessaria per proteggere la biodiversità della regione”. La sospensione è stata motivata da diverse irregolarità riscontrate nel processo di approvazione del calendario. In particolare le associazioni hanno evidenziato la mancanza di trasparenza della Regione Piemonte , “che non ha pubblicato l'allegato C del calendario stesso, che conteneva le contromotivazioni regionali rispetto al parere dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), obbligatorio ma non vincolante”.
Preoccupazione per le specie a rischio
Oipa, eal e Pro Natura chiariscono come il provvedimento colga: “l’inadeguatezza della pianificazione in quanto non è stato presentato un Piano faunistico venatorio regionale aggiornato, cosa che solleva preoccupazioni riguardo alla gestione delle specie a rischio di estinzione come la moretta, la pernice bianca, la coturnice e il fagiano di monte”.
Pd all'attacco di Cirio
E all'attacco va subito la consigliera regionale del Pd Nadia Conticelli, che definisce la sospensione: "l'ulteriore prova dell'incapacità e dell'approssimazione di questa Giunta di centrodestra nell'amministrare ".
"Gli effetti drammatici del cambiamento climatico, che hanno già colpito pesantemente il nostro patrimonio ambientale, con pesanti ripercussioni sulle comunità territoriali, richiedono un aggiornamento continuo e attento del piano faunistico venatorio - conclude la consigliera dem - La superficialità con cui la Giunta regionale ha trattato l'argomento ha portato all' ennesima figuraccia per Cirio che non è stato in grado neppure di tutelare le istanze dei cacciatori".
M5S: "Il Far West delle doppiette deve avere fine"
"La pronuncia del Tar non ci stupisce affatto. Da anni combattiamo fra i banchi del Consiglio regionale contro i continui regali della Giunta Cirio alla lobby della caccia. Più volte abbiamo chiesto limitazioni all’attività venatoria, una regolamentazione più severa e rispettosa dell’ambiente da sviluppare insieme alle associazioni ambientaliste. Anche martedì scorso, durante la relazione del Garante per i diritti animali a Palazzo Lascaris, abbiamo chiesto di attenzionare la questione. Ma il Centrodestra ha sempre opposto un muro di gomma", dichiarano la capogruppo regionale del M5S Sarah Disabato insieme ad Alberto Unia e Pasquale Coluccio.
"Nella prossima seduta del Consiglio regionale chiederemo chiarimenti puntuali a chi ha sempre dimostrato il suo disinteresse verso la biodiversità. Vogliamo comprendere al più presto se vi siano stati danni alla fauna selvatica, anche irreparabili, principalmente per le specie oggetto della pronuncia del Tar, che durante le ultime legislature abbiamo cercato di tutelare a più riprese. L’epoca della caccia indiscriminata e del far west delle doppiette deve avere fine".
Il Tavolo Animali&Ambiente: "Un'importante vittoria"
Il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle associazioni animaliste ed ambientaliste ENPA, LAV, LEGAMBIENTE Piemonte e VdA, LIDA, LIPU, OIPA, PAN, PRO NATURA Torino e SOS Gaia, "apprende e plaude all’iniziativa di Pro Natura, LEAL e OIPA del ricorso al TAR del Piemonte".
"La chiusura della caccia in Piemoonte - spiegano - rappresenta un'importante vittoria e un passo significativo nella tutela della fauna selvatica della regione".
Coldiretti: "Servono chiarimenti urgenti"
In attesa di informazioni e indicazioni più precise relativamente alla sospensione dell’attività venatoria in Piemonte – per effetto del pronunciamento del TAR che ha accolto il ricorso di alcune associazioni animaliste – Coldiretti esprime grandissima preoccupazione per le conseguenze che ne possono derivare.
“In particolare - sottolineano Cristina Brizzolari presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale - rischia di subire un arresto inaccettabile l’attività di depopolamento dei cinghiali, con effetti disastrosi per il controllo della diffusione della PSA”.
"Auspichiamo tuttavia - concludono Presidente e Delegato confederale di Coldiretti Piemonte - che la Regione faccia quanto prima chiarezza per evitare un’escalation dei danni alle produzioni agricole, un rischio reale alla pubblica sicurezza e un’ulteriore diffusione della PSA".
AGGIORNAMENTO ore 21: la Regione Piemonte comunica che, in ottemperanza al Decreto del Presidente del Tribunale amministrativo regionale n.0011004 del 3 ottobre, l’attività venatoria alle specie Moretta, Pernice bianca, Coturnice e Fagiano di monte è sospesa. L’attività venatoria per tutte le altre specie può proseguire secondo le modalità indicate nel calendario venatorio regionale 2024-25.
Contestualmente la Regione Piemonte, attraverso l’Avvocatura regionale, ha depositato in data odierna presso il Tar Piemonte un’istanza con cui si chiede un tempestivo chiarimento sui dispositivi del decreto presidenziale suddetto.