Hai mai sentito parlare di beidane? Questa è la domanda che mi è stata fatta durante la mia ‘caccia di storie’ in Val Pellice. Non sapevo che cosa fosse questo oggetto, ma il nome mi ha incuriosito fin da subito.
Per sapere di più di questo particolare oggetto ho incontrato uno dei massimi esperti: Pino Costa. Un personaggio particolare, estroso e uno dei pochi forgiatori esistenti di beidane.
Ho incontrato Pino a Luserna San Giovanni, nella sua piccola casa, circondata da boschi, e qui ho potuto vedere il suo laboratorio e ora ti racconto la sua storia.
Pino è originario di Luserna San Giovanni e nella sua vita ha sempre fatto il fabbro.
“Il primo lavoro che ho fatto è stato come apprendista, ‘bocia’ di un artigiano che si occupava di ferro battuto. Mi dovevo occupare di accendere il fuoco della forgia e di battere il ferro. Un lavoro duro a quei tempi, senza troppe tutele per la salute, ma un’esperienza che in quel periodo odiavo, un lavoro puzzolente, sporco che, però, mi è poi servita con il passare degli anni”.
Pino conosce la Beidana grazie ad una ricerca fatta da un professore di Torino, il professor Giorgio Dondi. Un primo studioso che si interessa e si documenta su questo antico strumento e che capisce l’importanza di riportarlo alla luce e farlo conoscere: “Mi dilettavo già nella realizzazione di piccoli coltelli ed ero abbonato ad una rivista dove si parlava forgiatori, qui ho letto l’articolo e ho subito voluto provare a farne una. È partito come uno scherzo e poi è diventato un mestiere a cui si è aggiunta la voglia di conoscere sempre di più”.
Mi sono fatta spiegare che cos’è una beidana. Si tratta di una sorta di roncola-machete, usata dai montanari valdesi a partire dal 1200 che verrà poi riconvertita in arma, dagli stessi valdesi, improvvisatisi guerrieri nel corso delle persecuzioni che li portarono a rifugiarsi a Ginevra.
Anche se si tratta di un’arma, si tratta di uno strumento molto bello, elegante e decorato.
“Era un machete – sottolinea Pino, mentre mi mostra i suoi preziosi manufatti –. Ce ne sono in tutto il mondo di questo tipo di attrezzatura, chiunque lavori in natura deve averlo. Si trattava di un ferro, che i montanari portavano appeso alla cintura, e lo usavano per disboscare. I documenti dell’epoca parlano di falcetti e roncole, l’uso del termine beidana è recente e mescola il patois valdese con l’italiano e pare ricordi il termine ‘bec d’ane’, ovvero becco d’anatra per la sua forma”
Ho potuto entrare nel laboratorio di Pino ed è stato un viaggio davvero interessante. Ci sono pezzi suoi, forgiati con cura, dedizione e impegno, e alcuni oggetti antichi che fanno parte della sua collezione privata.
Dal laboratorio di Pino uscivano circa 10 beidane al mese, nel periodo in cui faceva mercati ed esponeva le sue opere, anche 15. Si tratta di un lavoro molto lungo e impegnativo. La parte più difficile, mi racconta, è la decorazione perché è ciò che rende questo oggetto aggraziato e con una linea accattivante.
Pino ha visto cambiare il suo lavoro di fabbro nell’arco della sua vita, oggi la tecnologia, i tagli laser e molte innovazioni hanno reso il lavoro di un artigiano più facile, ma lui ha conservato una parte del suo operato come un tempo e così le sue beidane sono realizzate partendo da acciaio grezzo, con una lavorazione antica dove la forgia si accende e, sopra l’incudine, tra un colpo e l’altro, il ferro prende la sua forma.
I pezzi di Pino sono unici, come la sua arte e il suo modo di creare.
È stata una fortuna che abbia trovato sulla sua strada questo ‘machete’ dalla lunga storia perché, grazie a questo incontro, la sua è diventata una lunga ricerca e ancora oggi che ormai ha superato i settant’anni e si gode la meritata pensione, il mondo della beidane fa parte della sua vita e, nel tempo libero, ancora fa sbuffare la sua forgia.
Cinzia Dutto, scrittrice cuneese, ama definirsi una cacciatrice di storie, racconta di storie persone speciali, scelte differenti, montagna e buon vivere.
Gira la provincia alla ricerca di vite uniche e particolari.
Cinzia ha un profilo Instagram e un sito dove puoi trovare il riferimento a tutte le sue pubblicazioni.