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Sanità | 30 maggio 2025, 15:17

Un piemontese su 5 soffre di disagio psicologico: a Torino il laboratorio sulla salute mentale

Il tavolo tra esperti è tappa di un percorso nazionale per parlare di salute mentale organizzato da Motore Sanità

Un piemontese su 5 soffre di disagio psicologico

Un piemontese su 5 soffre di disagio psicologico

In Piemonte ci sono quasi 74 mila persone in cura nei Dipartimenti di salute mentale, ma le stime parlano di 850 mila - il 20% della popolazione - che convivono con situazioni di disagio psicologico e disturbi mentali sottosoglia. I numeri sono del Ministero della Salute, riferiti al 2023, così come quelli degli accessi ai Pronto Soccorsi piemontesi per problematiche psichiatriche: 62.196, cioè più di 170 al giorno. Oltre 724mila, poi, le prestazioni erogate in un anno dai servizi territoriali, di cui 71.536 a domicilio.

L’emergenza salute mentale in Italia sta peggiorando, come confermano i numeri in aumento. Le persone affette da disabilità mentali sono 16 milioni, con un incremento del 6% rispetto al 2022, e in due milioni non riescono a trovare le cure. I dipartimenti di salute mentale sono però diminuiti del 24% in otto anni, passando da 183 a 139. I professionisti attivi sono 55 ogni 100.000 abitanti, quando gli standard dell’Agenas e del Ministero della Salute ne indicano 83. I 3,6 miliardi l’anno di spesa sanitaria per la salute mentale fanno dell'Italia il fanalino di coda tra i Paesi europei ad alto reddito.

È per provare a dare risposte che Motore Sanità, con il contributo di Angelini Pharma, azienda farmaceutica impegnata nel campo della Brain Health, ha promosso una serie di think tank che hanno coinvolto esperti, associazioni di pazienti, istituzioni e stakeholder con l’obiettivo di individuare azioni concrete e sostenibili per migliorare l’assistenza e ridurre lo stigma associato ai disturbi mentali. I “Laboratori sulla salute mentale” sono partiti da Roma per poi arrivare a Viareggio, Milano, Padova, Bari, Reggio Calabria e, oggi, a Torino.

Ad aprire i saluti istituzionali è stato il direttore generale dell'Asl di Torino, Carlo Picco. "Abbiamo un mondo delle dipendenze vincolato a normative obsolete - ha dichiarato -, creato negli anni '70 e il mondo delle dipendenze è cambiato. In Piemonte stiamo per varare il piano socio sanitario che manca da oltre 20 anni, e ho voluto proporre un modello diverso per quel mondo giovanile che è frutto di un modello sociale che non sta funzionando, le famiglie e la società sono disgregate. Vogliamo provare un modello di ristruttura complessa che riguardi il bambino e l'adulto, dedicando una struttura per il bambino, l'adolescente e l'adulto, da gestire in filiera. Torino è un buon laboratorio, è complicato ma il nostro dovere è di portare risultati".

Il laboratorio propone di trattare il benessere psicologico di una persona in modo più ampio e non solo dal punto di vista medico: la salute non prescinde dalla capacità di lavorare e di abitare in un ambiente sano e avere relazioni sociali appaganti. È essenziale, pertanto, sviluppare modelli di intervento che favoriscano il reinserimento sociale e lavorativo delle persone, con un'attenzione particolare alle politiche abitative e alle politiche attive del lavoro. È inoltre fondamentale migliorare la transizione dei pazienti dalla neuropsichiatria infantile ai servizi per adulti.

Torino, in questo senso, sta già lavorando in questa direzione, prevedendo un anno di collaborazione durante il passaggio tra i due servizi, come spiegato dal dottor Giorgio Gallino, direttore della Struttura Complessa sud-est dell'Asl di Torino. "A partire dagli anni del Covid - ha spiegato - abbiamo assistito a un aumento di arrivi dei più giovani nei servizi di neuropsichiatria infantile, nei pronto soccorso e negli Spdc (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura). Un dato che ci ha colpito è che nel 2024, nel mio settore, la fascia dei giovani che ha acceduto ai servizi ha quasi raggiunto il 10%, mentre nelle altre si aggira poco sopra il 4%".

A guidare il tavolo Alberto Siracusano e Giuseppe Nicolò, rispettivamente coordinatore e coordinatore vicario del Tavolo tecnico ministeriale sulla salute mentale. Tra le richieste da portare a Roma: investire sui professionisti sanitari; incrementare del 20% il numero dei Centri di Salute Mentale e del 36% gli attuali posti letto; rinnovare il Piano di Azione Nazionale sulla Salute Mentale e creare nuove linee guida per la gestione della depressione; aumentare dal 3,4% al 5% il Fondo Sanitario Nazionale assegnato alla salute mentale; avviare una campagna di sensibilizzazione volta a promuovere una corretta informazione sulla salute mentale; rafforzamento della medicina di prossimità e del territori; potenziamento della telemedicina; aggiornamento e formazione continua del personale sanitario; prevenzione e cultura sulla salute mentale.

Francesco Capuano

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