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Scuola e formazione | 06 giugno 2025, 18:13

I bimbi di Campiglione Fenile guidano il robot Kubo tra operazioni e fiabe

Durante la parte finale dell’anno scolastico due classi della primaria hanno ‘giocato’ con matematica e lingua italiana, imparando i principi base del Coding

I bimbi di Campiglione Fenile guidano il robot Kubo tra operazioni e fiabe

È stato uno strumento per imparare in modo divertente e interattivo: il robot Kubo nella parte finale dell’anno scolastico ha fatto la sua comparsa nella Primaria di Campiglione Fenile, che fa capo all’Istituto comprensivo di Bricherasio, guidato da Barbara Caprili.

Il progetto è stato sviluppato dall’ex professore pinerolese Antonio Caserta, formatore dell'Associazione Nazionale Insegnanti Animatori Digitali Tecnologici, e supportato dalle insegnanti Ornella Buffa e Simona Provera. Il robot è stato utilizzato per imparare l’italiano, attraverso storie e fiabe, e per esercitarsi in matematica, con attività su addizioni e sottrazioni.

Nelle classi prima e seconda della scuola primaria, gli alunni si sono avvicinati al mondo della programmazione in maniera semplice, imparando a creare piccole sequenze per far muovere il robot Kubo. Durante gli incontri, i bambini hanno potuto sperimentare e divertirsi, come spiega il pinerolese Antonio Caserta, professore in pensione: “Kubo è un robot pensato per introdurre i bambini ai principi base del coding, utilizzando un sistema intuitivo e privo di schermo: le istruzioni di movimento vengono fornite attraverso tessere fisiche, che rappresentano comandi come avanti, indietro, destra, sinistra o semplici operazioni matematiche. Disposte sul banco o sul pavimento, queste tessere permettono anche ai più piccoli di creare vere e proprie sequenze logiche, apprendendo così in modo tangibile e divertente”.

Quando si lavora con la matematica, Kubo diventa un piccolo aiutante per fare addizioni e sottrazioni. I bambini non devono scrivere i numeri sul quaderno, ma usano delle tessere colorate, ognuna con un comando diverso, come ‘vai avanti di 2’, ‘aggiungi 3’, ‘torna indietro di 1’, e così via. Posizionando queste tessere una dopo l’altra sul pavimento, creano un percorso che Kubo deve seguire. Con le fiabe, il robot diventa un vero e proprio personaggio della storia. Dopo aver ascoltato il racconto, i bambini ricostruiscono sul pavimento le tappe principali, con le stesse tessere usate per la matematica, ma con altri comandi e lo portano a vivere la fiaba.

Che fosse un calcolo matematico o ‘Alice nel Paese delle Meraviglie’, i bambini erano chiamati a risolvere problemi o raggiungere obiettivi attraverso l’uso corretto delle istruzioni: “Se la sequenza di tessere era corretta, il robot completava il percorso, emettendo segnali di conferma come cambiamenti di colore o movimenti di celebrazione come ad esempio il giro su se stesso e gli occhi che diventano verdi – spiega Caserta –. In caso di errore, Kubo si arrestava, segnalando che qualcosa non andava generando una riflessione collettiva sul tipo di errore e stimolando nei bambini il pensiero critico e la capacità di analizzare, correggere e riprovare”.

Kubo ha riscosso grande successo ed è confermato per il futuro anno scolastico: “Si prevede infatti di proseguire con i ragazzi, approfondendo in particolare gli aspetti legati alla matematica e all’italiano in un’ottica interdisciplinare”.

Miriam Hamdi

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