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Attualità | 11 giugno 2025, 10:49

La sorella dell’emiro del Qatar interessata al Palazzo del Lavoro?

Indiscrezioni sul colosso di Cdp. La richiesta del Movimento 5 Stelle: “Cosa c’è di vero?”

Nuove prospettive per Palazzo del Lavoro

Nuove prospettive per Palazzo del Lavoro

Fondi arabi per rilanciare il bistrattato Palazzo del Lavoro di via Ventimiglia. Le sirene, e le voci, delle scorse settimane sono finite anche all’attenzione dell’ultimo Consiglio della Circoscrizione 8, attraverso un documento firmato dai consiglieri del M5s, Raffaella Pasquali e Vittorio Francone. E discusso in data 9 giugno.

La sorella dell’emiro

Per l’imponente edificio progettato da Pier Luigi Nervi per l’Esposizione Italia ’61 “sembrerebbe esserci - raccontano i due -, un forte interessamento da parte di Al Mayassa bint Hamad Al-Thani, sorella dell’emiro del Qatar e figura chiave del mondo dell’arte internazionale”. Al Mayassa avrebbe messo gli occhi sull’edificio di Nizza Millefonti, oggi in stato di semi-abbandono dopo anni di incuria, incendi dolosi e progetti rimasti solo su carta. Il suo arrivo a Torino, avvenuto insieme ad alcuni emissari, ha riacceso le speranze su un intervento concreto per la riqualificazione del palazzo, che potrebbe trasformarsi in un hub culturale. L’investimento sarebbe legato ai fondi del programma “Vision 2030” del Qatar.

Il bene della Cdp

Nel 2007, a seguito della decisione del Ministero delle Finanze di avviare un processo di dismissione di beni di proprietà demaniale, attraverso provvedimento di cartolarizzazione, la società Fintecna selezionava una società partner per l’acquisizione del Palazzo e la sua definitiva privatizzazione. Da allora le vicende legate alla sua riconversione in un grande centro commerciale in stile Le Gru si sono trascinate attraverso contestazioni pubbliche dei comitati spontanei e delle associazioni ambientaliste. Il bene è oggi di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, che nel 2020 ha rilevato le quote alla società Gefim. Da allora, esclusi alcuni recenti interventi di messa in sicurezza del tetto, l’edificio è rimasto fuori dai radar dei grandi piani immobiliari pubblici.

Le indiscrezioni

La Circoscrizione 8 ha più volte denunciato lo stato di degrado della struttura e l’assenza di un progetto concreto di valorizzazione. Eppure, nel 2022, una variante urbanistica approvata dal Consiglio comunale ha reso possibile una nuova vita per il Palazzo, con un mix flessibile di destinazioni d’uso: commerciale, terziario, sanitario, servizi pubblici e privati, e mille posti auto sotterranei. Tuttavia, nessuno degli scenari ipotizzati ha mai preso forma. “Le indiscrezioni - continuano i due consiglieri -, sembrano suggerire la possibilità di un maxi investimento da 500 milioni di euro per la totale ristrutturazione e riconversione d’uso che, stando alle voci non ufficiali, potrebbe diventare un nuovo spazio espositivo a tema d’arte, con diverse aree adibite a formazione e ricerca in ambito medico e sanitario. Ma di tutto ciò, cosa c’è di vero?”.

Philippe Versienti

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