Un palazzo di corso Farini 20 si prepara a diventare la nuova casa dell’inclusione. Qui, a fine 2025, prenderà vita ToHousing+, uno spazio abitativo e comunitario immaginato come hub culturale aperto alla città, con un’attenzione speciale alle persone della comunità LGBTQ+ e alle soggettività più fragili.
Abit/Azioni: un anno contro la discriminazione abitativa
Il progetto nasce dall’esperienza di "Abit/Azioni", iniziativa conclusa dopo un anno di attività ma destinata a lasciare un segno duraturo. Un percorso cofinanziato dall’Unione Europea tramite il bando RISE di Action Aid e realizzato da Quore APS con Europa Aperta, ha messo in luce quanto la discriminazione nell’accesso alla casa colpisca in modo sistemico soprattutto persone transgender o migranti.
"Stiamo ristrutturando l’edificio grazie ai fondi del PNRR– ha raccontato Silvia Magino dell’Associazione Quore–. Diventerà una nuova casa per chi attraversa difficoltà legate al genere e all’appartenenza alla comunità LGBTQ+. Il nostro lavoro vive grazie a grandi alleanze e collaborazioni tra enti che credono l’uno nell’altro".
Percorsi di accompagnamento abitativo personalizzati, formazione per enti e associazioni, e una campagna di comunicazione per ribaltare narrazioni stigmatizzanti hanno rappresentato i pilastri dell’iniziativa. L’incontro pubblico di chiusura non è stato quindi un punto d’arrivo, ma l’occasione per rilanciare nuove sfide.
Le istituzioni: "Fondamentale sostenere questi percorsi"
"Dal 2020 è nata una legge nazionale che ha dato vita a centri di supporto per le vittime di odio discriminatorio– ha spiegato Mattia Peradotto, direttore generale dell’Unar–. A Torino abbiamo raddoppiato le case a disposizione, da cinque a dieci, e continueremo su questa strada".
Per l’assessore alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli la scelta di puntare sui fondi europei è stata strategica: "Abbiamo voluto fortemente che questo spazio fosse sostenuto con il PNRR– ha dichiarato–. Il problema abitativo ha due volti: chi resta fuori per discriminazioni e chi non riesce a trovare un alloggio per i costi troppo alti. Offrire spazi come questo è fondamentale per permettere alle persone di realizzarsi".
ATC e Città Metropolitana: più case e nuove risposte
"Stiamo ragionando per raddoppiare gli alloggi disponibili– ha affermato Simona Patria di ATC–. L’emergenza abitativa ci soffoca, ma non dimentichiamo la varietà sociale della città. Luoghi come questo diventano promotori di innovazione e servizi che si riflettono anche altrove".
Il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo ha invece invitato a guardare oltre Torino: "Abbiamo accolto questa iniziativa pensando sia all’inverno demografico, che rende la società sempre più anziana, sia al patrimonio immobiliare inutilizzato– ha sottolineato–. Servono percorsi virtuosi per dare risposte concrete e portare il tema abitativo anche nei territori fuori dai grandi centri".