"Questo non è amore". Una grande scritta all'interno di una figura stilizzata e che ora è visibile per chiunque attraverserà corso Vercelli, nel cuore di Barriera di Milano. L'opera è stata inaugurata oggi, sotto una pioggia battente. Raffigura Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio, per mano del fidanzato Filippo Turetta, la cui morte è divenuta simbolo di una lotta per porre fine a una piaga che, nonostante siano passati due anni, continua ancora a resistere.
“Prova a vincolarti”, “Lui deve sapere tutto”, “I tuoi spazi non esistono”, “Dice cattiverie pesanti”, “Mi ha minacciata”. Un corollario di frasi, pesantissime, che spuntano dietro l’immagine di Giulia. Sono le stesse raccolte da lei nel suo diario e che hanno testimoniato al mondo i presupposti di un amore tossico e che hanno in qualche modo gettato un amo nelle coscienze di molti.
L'opera realizzata al 124 di corso Vercelli
Il muro su cui è stata realizzata l’opera è stata donata dalla proprietaria al civico 124. Un muro ben visibile per chi percorre la strada da nord per andare verso il centro e che ha fatto gola a molti inserzionisti pubblicitari nel tempo. Quella parete è rimasta così com’è negli anni, come ha raccontato la proprietaria, e ora è stata data a disposizione per un’opera che rimarrà e che rappresenta un simbolo: “È stato mio figlio a chiedermi di farlo, abbracciare questo progetto e onorare la memoria di Giulia”.
Il murale è il risultato di un progetto che ha visto protagonisti gli studenti e le studentesse della classe 5A Arti Figurative del Primo Liceo Artistico di Torino. Tra le proposte presentate, è stato scelto il bozzetto di Nina Gruppi, selezionato da Gino Cecchettin, padre di Giulia, su un totale di 30 disegni realizzati. L’opera è stata successivamente realizzata dallo street artist torinese Berny Scursatone.
Insegnare sesso e affetto a scuola
L’iniziativa di oggi anticipa il festival “Women & the City”, promosso dall’associazione Torino Città per le Donne, in calendario dal 22 al 26 ottobre. Sono intervenuti la presidente dell’associazione Antonella Parigi, il sindaco Stefano Lo Russo, l’assessora all’Istruzione Carlotta Salerno, il presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto, le ragazze e i ragazzi delle scuole coinvolte insieme ai docenti e alla dirigente dell’istituto.
“Non dobbiamo rassegnarci – ha detto il primo cittadino di Torino – È importante agire per una diffusione della cultura, all’interno delle scuole, luogo dove si deve fare educazione affettiva”.
Proprio su questo tema l’associazione intende sigillare un documento per inserire l’educazione sessuo-affettiva negli istituti. Il riferimento, non esplicito, è all’ultimo DDL del ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara con i corsi vietati alle scuole medie. In Italia solo dieci dei Paesi UE offrono a scuola un programma completo di educazione sessuale (CSE), inserito nel curriculum. Si tratta di percorsi che vanno oltre la semplice spiegazione dell’apparato riproduttivo o della prevenzione e che affrontano anche temi come le emozioni, le relazioni, il rispetto e il consenso.
Le evidenze scientifiche mostrano che nei Paesi dove questo approccio è adottato, i giovani vivono una maggiore consapevolezza e serenità, con effetti positivi anche sulla salute mentale e sulla percezione del proprio corpo e dei propri diritti.