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Cronaca | 20 ottobre 2025, 17:00

Morto nel carcere delle Vallette Francesco, il detenuto di 260 chili trasferito tra quattro strutture senza trovare un posto adeguato

Il 36enne pugliese, deceduto per un arresto cardiaco, era stato recluso e curato a lungo nel carcere e all’ospedale di Cuneo

Immagine d'archivio

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Francesco, il detenuto pugliese di ben 260 chili, è morto quest’oggi (lunedì 20 ottobre) in carcere a Torino. Dalle prime informazioni, sembrerebbe essersi trattato di un arresto cardiaco. Vani i tentativi messi in atto dal personale del 118 per rianimarlo. Francesco lascia due fratelli, di cui uno residente a Cuneo.

In precedenza a Cuneo e a Genova

Il detenuto si trovava nel “reparto filtro” del padiglione A del carcere "Le Vallette". Francesco, dopo circa un mese e mezzo all’ospedale di Cuneo e nel carcere Marassi di Genova, era stato infatti accolto in una cella appositamente predisposta per lui, con un letto idoneo a sostenere il suo peso, e con assistenza sanitaria necessaria per far fronte alle sue esigenze. 

Di tutti gli otto padiglioni che compongono il carcere Torino , a loro volta suddivisi in sezioni, quello A è il più medicalizzato. Qui si trovano le principali aree dedicate alla salute, tra cui il Servizio di Assistenza Intensiva per detenuti che richiedono cure specifiche. È inoltre presente un settore destinato alla detenzione di persone condannate a pene elevate. Nel caso specifico, Francesco aveva un fine pena previsto per il 2037.

La minaccia di incendiare la Rsa di Bra

In precedenza, il detenuto era arrivato a Cuneo lo scorso 23 agosto, quando, dopo aver minacciato di incendiare la Rsa di Bra dove era ospite, fu arrestato e condotto nel carcere di Cuneo. L’uomo, condannato in via definitiva con fine pena nel 2037, godeva da un anno del regime di detenzione domiciliare concesso dal magistrato di sorveglianza di Lecce. 

In un primo momento sembrava che potesse essere accolto alle Molinette di Torino, nel reparto di Medicina protetta riservato ai detenuti (il cosiddetto “repartino”) ma, dopo poche ore, nella notte del 27 agosto, era stato rimandato a Cuneo: le celle disponibili non erano idonee alle sue esigenze fisiche e lui stesso si era rifiutato di scendere dall’ambulanza. 

Meno di dieci giorni alle Vallette

Neppure il “repartino” dell’ospedale San Martino di Genova aveva potuto accoglierlo: mancavano barelle e letti adeguati al suo peso. Alla fine, l’Asl genovese si era fatta carico del caso trovandogli una sistemazione nel carcere di Marassi, ma nemmeno quella collocazione alla fine si era rivelata adatta a lui, così il Provveditorato regionale si era attivato per trovargli una sistemazione. 

Torino, in cui, però, Francesco, è rimasto neppure dieci giorni.

redazione

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