Ad appena trent’anni, Enrico Quaranta è stato costretto a capire una cosa: con le lumache non ci si improvvisa.

Lavora come cantoniere, ma ogni giorno, a fine turno, corre nel suo piccolo allevamento di Entracque, dove l’attende un esercito lento e fragile che non concede tregua: quello delle Lumache di Borgo.
“All’inizio – racconta Enrico – non capivo perché morissero così. Ma mi dicevo: o capisco il loro mondo, o mollo tutto”. E non ha mollato. Ha studiato, seminato, osservato, annotato. Ha passato notti intere tra irrigazioni e prove di alimentazione, sostenuto dall’unica certezza che lo teneva in piedi: la tenacia. Quella che serve per trasformare un terreno pietroso e apparentemente inutile di montagna, nemmeno adatto a coltivarci le patate, in una piccola avventura agricola. Che continua con tutta la difficoltà derivante dal non venir meno dei problemi coi quali ormai da anni ormai si confronta. Certo con dei miglioramenti, mai però risolutivi.

Una lumaca difficile da allevare, ma unica nel piatto
Comunemente viene chiamata Lumaca di Borgo, ma allevare questa varietà significa accettare una sfida quotidiana che non ha nulla a che vedere con specie più gestibili diffuse altrove. Questa tipologia di lumaca cresce lentamente, pretende un’umidità perfetta, patisce gli sbalzi di temperatura. E, soprattutto, è soggetta ad una mortalità tanto elevata da rasentare il 60/70%. “Quali siano le ragioni di questa moria fuori misura– continua Enrico – sembra non saperlo nessuno.
Quella che qui chiamiamo Lumaca di Borgo, anche se si tratta di una chiocciola e il suo nome scientifico è Elix Pomatia, di fatto è un mollusco poco studiato e, nonostante gli sforzi del Consorzio della Lumaca Borgarina eccellentemente presieduto da Guido Giordana, si è ridotto ad essere un prodotto sempre più marginale.

L’unico giovane che le alleva ancora sono io, né ci sono incentivi che spingano a riprendere l’allevamento di questo mollusco su una scala più ampia di quella attuale”. Certo si tratterebbe di un lavoro impegnativo, ma il mercato ci sarebbe, visto che la carne della Lumaca di Borgo è considerato di qualità nettamente superiore rispetto a quella di altre specie: “Sono molti i ristoranti e i privati che in questo periodo mi telefonano per avere queste lumache.

Ma tra difficoltà di allevamento e moria, in mancanza di prodotto, sono costretto a dire tantissimi no. Eppure questo mondo mi affascina e – grazie al supporto dell’Istituto zooprofilattico, di un entomologo e ora anche di una serra sperimentale che mi è stata data in gestione dal Consorzio – ho cominciato a capirci qualcosa in più. Per questo spero che in futuro quello che di fatto al momento non va molto oltre una passione faticosa e costosa, possa avere uno sviluppo più ampio e diventare magari un lavoro redditizio per chi vive sulle nostre montagne”.

Una scommessa degna di maggior attenzione
Oggi la Lumaca di Borgo, schiacciata tra difficoltà di produzione e un ricambio generazionale quasi assente, rischia di diventare tanto rara da rasentare – anche se per il momento solo potenzialmente – il rischio estinzione. Certo Enrico ce la mette tutta, al punto da suscitare un’autentica ammirazione nel momento in cui parla delle sue lumache e di come le cura.

E anche l’impegno del Consorzio è indiscutibilmente di tutto rilievo. Forse tuttavia, tenuto conto del calo sensibile della produzione della Lumaca di Borgo, potrebbe essere venuto il momento per dar vita a un’attenzione diversa, per questo mollusco e per il suo allevamento in zona anche da parte da parte delle istituzioni. Certo il comune di Borgo San Dalmazzo qualcosa in questo senso lo fa.

Un progetto specifico però, nel quale a fare da capofila fosse la Regione Piemonte e al quale partecipassero organicamente realtà come Università e Fondazioni, potrebbe contribuire a rilanciare un’attività in passato tanto diffusa da consentire alla Lumaca di Borgo di diventare uno dei simboli di quella Fiera Fredda che ormai ha superato le 450 edizioni. E che, allo stato attuale delle cose e nonostante figure come Enrico Quaranta e Guido Giordana, rischia di non avere futuro.
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Azienda: Enrico Quaranta
Indirizzo: via Colletta 6 - Entracque
Telefono: (+39 331 4078592)
Sito web: www.conschiocciolaborgo.com
Evento: Mercato della Chiocciola (Venerdì 5 Dicembre, Fiera Fredda, – Bertello, Borgo san Dalmazzo, CN)
















