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Attualità | 13 ottobre 2016, 18:05

Contrasto alla povertà, la Regione dice sì al Regolamento per i beni invenduti

I contributi vengano suddivisi per il 70% per attività di recupero, valorizzazione e distribuzione di beni non alimentari, per il restante 30% per beni non alimentari

Contrasto alla povertà, la Regione dice sì al Regolamento per i beni invenduti

E' stato illustrato oggi, 13 ottobre 2016,  ai componenti della IV Commissione del Consiglio regionale da parte dell'Assessore regionale alle Politiche sociali, alla Famiglia e alla Casa, il Regolamento regionale recante “Attuazione della legge regionale 23 giugno 2015 “Promozione di interventi di recupero e valorizzazione dei beni invenduti”, acquisendo il parere favorevole. Il Regolamento verrà approvato, successivamente, dalla Giunta regionale.

 

L'Assessore alle Politiche sociali ha spiegato che il Regolamento di attuazione della legge per il recupero e la valorizzazione dei beni invenduti intende realizzare interventi di sostegno alle persone a rischio di impoverimento e definisce tempi, criteri e modalità di attuazione e finanziamento triennale degli interventi, specifici contenuti dei bandi e modalità di approvazione e finanziamento dei progetti e delle attività, l'entità massima dei contributi erogabili, le procedure e i termini per la presentazione delle domande, le modalità di realizzazione delle campagne di sensibilizzazione diffusa, di formazione specifica e di informazione.

 

E' stato precisato, inoltre, che il Patto per il sociale della Regione Piemonte prevede uno specifico capitolo dedicato alla lotta e al contrasto delle diverse forme di povertà, nel quale l’elemento del recupero e della valorizzazione dei beni invenduti rappresenta proprio uno dei mezzi per fornire un aiuto alle fasce più indigenti della popolazione.

 

Il Regolamento, in analogia con quanto previsto dal programma operativo del Fondo Aiuti Europei agli Indigenti (FEAD) stabilisce che i contributi vengano suddivisi per il 70% per attività di recupero, valorizzazione e distribuzione di beni non alimentari, per il restante 30% per beni non alimentari. Al fine di garantire un maggiore equilibrio nella distribuzione territoriale delle risorse ed una maggiore sinergia la ripartizione è effettuata per ambiti territoriali definiti, nei limiti della praticabilità coincidenti con i distretti sanitari.

c.s.

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