"La presenza dell' 'ndrangheta in Piemonte è tutt'altro che occasionale: non c'è provincia che non sia stata toccata". È questo l'allarme che ha voluto rilanciare il sostituto procuratore Paolo Toso, oggi intervenuto nella commissione comunale Legalità per un focus sulla presenza di questo tipo di organizzazione criminale nella nostra regione. "Normalmente si tende ad arginare il fenomeno - ha aggiunto - ad episodi sporadici o alla presenza di qualche affiliato del Sud al nord. Invece il Piemonte e Torino vantano alcuni primati: il capoluogo piemontese è l'unica città dove la 'ndrangheta ha ucciso un magistrato (Bruno Caccia ndr)".
Processo Minotauro
Toso ha poi chiarito come nella storia giudiziaria il processo Minotauro abbia costituito un momento di svolta perché "ha accertato la presenza di gruppi 'ndranghetisti collegati tra loro dal 2007 al 2010. Li si è stabilito che esiste la 'ndrangheta del Piemonte, che ha origine e collegamento con la Calabria, ma che ha le sue precise connotazioni".
Ricordando come negli ultimi 12 anni si siano celebrati 17 processi e come il broker della droga internazionale Vincenzo Pasquino sia nato e cresciuto in Barriera, il sostituto procuratore ha voluto lanciare un chiaro messaggio al mondo politico.
"Da istituzioni posizione netta contro 'ndrangheta"
"Occorre una marcata presa di posizione - ha chiarito - contro il fenomeno 'ndranghetista: chi prende contatto una volta, deve saperlo di non poterlo più fare. Questo nasce prima da una ferma pronuncia istituzionale contro il fenomeno". Toso, senza citarlo direttamente, ha parlato dell'ex assessore regionale Roberto Rosso, condannato in primo grado a cinque anni per voto di scambio politico mafioso. "È un errore macroscopico - ha detto - ridurre tutto all'iniziativa del singolo, che magari non sapeva chi stava incontrando. Occorre però una riflessione, perché se quello del singolo politico può essere stato un errore involontario, di certo non lo è stato per la 'ndrangheta, che continua a cercare questo tipo di incontri perché ne ha bisogno".
L'azione del Comune
E su come una pubblica amministrazione possa riconoscere il rischio di infiltrazione, il sostituto procuratore ha spiegato: "Quando si entra in una zona grigia, come nel caso di chi chiede un favore, è un campanello di allarme: dalla zona grigia è facile uscire e non farsi trascinare". La vicesindaca Michela Favaro, ricordando come l'amministrazione Lo Russo abbia voluto istituire un assessorato alla Legalità, ha spiegato: "Stiamo portando avanti iniziative rivolte ai nostri funzionari, soprattutto di tipo informativo. È opportuno che venga trasferito ai nostri dirigenti che l' 'ndrangheta è un fenomeno diffuso".