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Cultura e spettacoli | 13 maggio 2024, 19:22

“Sirena combattente” di Federica De Castro al Salone del Libro di Torino: “Ho riversato le mie emozioni tra le pagine”

La nostra collaboratrice, autrice della rubrica su storie e curiosità di Torino, è stata protagonista di un firmacopie del libro in cui racconta la sua esperienza con il tumore al seno

“Sirena combattente” di Federica De Castro al Salone del Libro di Torino: “Ho riversato le mie emozioni tra le pagine”

Ho riversato tutte le mie emozioni tra le pagine”: ha scelto queste parole, Federica De Castro, per descrivere l'urgenza avvertita nello scrivere “Sirena combattente”. La nostra collaboratrice, firma della rubrica sulle storie e le curiosità di Torino, è stata protagonista del Salone del Libro con un firmacopie del suo libro presso lo stand della casa editrice Yume.

La sirena combattente

Con “Sirena combattente”, De Castro ha messo nero su bianco la sua esperienza, fatta di paure e angosce (ma anche di speranze), con il tumore al seno, scientificamente conosciuto come carcinoma mammario: “In realtà – ha sottolineato – non lo avrei mai voluto scrivere, anche se grazie a questo libro ho potuto esprimere tutte le emozioni che avevo dentro: sia quelle negative come la paura di non avere tempo a disposizione, sia quelle positive, portate dalle certezze acquisite dopo la 'battaglia'”.

Il libro è diviso in due parti: “Nella prima – ha proseguito – mi sono lasciata andare in un vero e proprio flusso di coscienza, partendo dalla diagnosi fino ad arrivare al confronto tra la me 'prima' e la me 'dopo'. Nella seconda ho invece sviluppato un diario, raccontando in modo dettagliato la parte medica del mio percorso”.

Testimonianze, catarsi e disabilità

La narrazione, come spesso accade, si trasforma in uno strumento in grado di andare oltre l'aspetto puramente artistico: “Vorrei portare – ha ancora aggiunto – la mia piccola testimonianza a chiunque stia vivendo una storia simile. Ho scritto il libro anche per catarsi personale, con l'obiettivo di scaricare quante più emozioni possibili ma, soprattutto, la rabbia provata quando il bastardo ha portato via quella parte del corpo che mi aveva permesso di accettarmi e che mi faceva sentire donna”.

Sensazioni che hanno anche a che vedere con la disabilità: “Il tumore – ha concluso – ha spezzato l'equilibrio che ero riuscita a trovare dopo aver imparato ad accettarmi ed amarmi, anche curando molto il mio aspetto esteriore. Da questo punto di vista, dopo la malattia sono rimasta ferma ai tempi della diagnosi, tanto da non riconoscermi più davanti allo specchio”.

Alleati e amici

Un percorso che, fortunatamente, ha trovato tanti alleati sulla propria strada: “Sono stata - ha concluso – presa per mano, accompagnata e curata in questa strada in salita grazie alla competenza e alla sensibilità di compagni di viaggio come operatori e personale del reparto. Loro non mi hanno mai fatta sentire solo un numero e da quell'esperienza sono nati legami e amicizie molto forti”.

Marco Berton

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