Dopo quasi 400 anni i Frati Cappuccini del Santuario della “Vergine di Loreto” lasceranno Chivasso. Anche l'Ordine fondato nel 1520 dal frate francescano Matteo da Bascio è costretto a “tagliare” e, a farne le spese, è stata la comunità chivassese, ultimo baluardo di gruppo religioso consacrato nella Diocesi di Ivrea, dopo la chiusura, circa vent'anni fa, del convento dei Frati Minori di Ivrea. La decisione è stata presa già un anno fa dal Consiglio Provinciale (così si chiama l'organismo che sovrintende le comunità conventuali a livello regionale) retto dal Ministro Provinciale dei Cappuccini del Piemonte, frate Michele Mottura. Alle ore 11,15 di domenica 25 settembre si terrà la celebrazione d'addio, presieduta dal vescovo d'Ivrea monsignor Edoardo Cerrato, da frate Michele Mottura e dal parroco della Madonna di Loreto, don Tonino Pacetta, con la partecipazione dei frati della comunità e di tutti i sacerdoti chivassesi. Il convento di Chivasso, nella sua attuale collocazione alle porte di Chivasso sulla strada che porta verso frazione Betlemme, fu eretto nel 1616 da fra Arcangelo Bosio, ricostruendo il Santuario che dal 1562 si imponeva maestoso in zona Fontane, distrutto da una devastante inondazione avvenuta nel 1587. I frati cappuccini si insediarono poi nel 1626. Dopo quattro secoli di storia e di presenza importante per la comunità chivassese tanto che il quartiere è noto a tutti come “dei Cappuccini” il convento sarà chiuso e sarà donato ala Diocesi di Ivrea che dovrà decidere cosa farne. Perché è accaduto questo? Ce lo dice frate Luca Isella, uno dei tre frati rimasti nel convento insieme a padre Stefano Campana e fra Carlo Basili, cappellano dell'Ospedale di Chivasso, attuale e ultimo Frate Guardiano del convento chivassese: “Non è colpa di nessuno, ma Chivasso deve ammettere che avrà una grande perdita come città – risponde fra Luca, che oltre a compiere funzioni sacerdotali è un apprezzatissimo storico, tanto da essere tra i fondatori della Società Storica Chivassese presieduta da Fabrizio Spegis -. Si tratta di una grave perdita spirituale anche per l'intera Diocesi di Ivrea. Il nostro convento è anche parrocchia, quindi vita spirituale e vita religiosa. Siamo rimasti solamente in tre, è nota la crisi di vocazioni, non potevamo proseguire qui la nostra missione. Probabilmente l'errore fu proprio nel 1982, quando si decise di creare la parrocchia. Io, giovane frate, fui tra i pochi a oppormi. La nostra è una missione diversa da quella della Chiesa. Ma, erano gli anni – narra fra Luca – dell'espansione industriale. Tutti prevedevano che la Lancia avrebbe portato Chivasso ad avere una popolazione di 50 mila abitanti, sarebbero nati nuovi quartieri. C'era bisogno di più parrocchie. Come si sa, non è andata così, La Lancia chiuse e, dal 2014, la parrocchia è passata a don Tonino Pacetta, del Clero Diocesano. Un tempo c'era un legame vivo con la gente, un legame che oggi non c'è più. Prima di trasformarci in parrocchia erano tanti i giovani che frequentavano il convento. Sappiamo che la gente ci vuole ancora bene e con grande tristezza nel cuore lasciamo questa città”.
Gli ultimi tre frati cappuccini chivassesi saranno presto trasferiti in altre sedi: Fra Luca Isella andrà a Bra, padre Stefano Campana a Chatillon e fra Carlo Basili a Madonna di Campagna, Torino.