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Eventi | 17 maggio 2025, 14:12

Le femministe di destra al Salto25: "La maggior parte delle violenze sessuali compiute da immigrati"

Il collettivo Némésis ospite della Regione: "Servono telecamere e controlli sugli arrivi. Non siamo ancora in Italia, ma arriveremo". Bagarre con la consigliera regionale Di Sabato: "È violenza anche quando si impedisce di abortire"

Le femministe di destra: "La maggior parte delle violenze sessuali compiute da immigrati"

Le femministe di destra: "La maggior parte delle violenze sessuali compiute da immigrati"

La maggior parte delle violenze sessuali sulle donne sono compiute da immigrati”: questa la tesi sostenuta dal collettivo francese di femministe Némésis che oggi sono state ospiti della Regione Piemonte per l’incontro “La sicurezza è donna”

Abbiamo studiato le statistiche in Italia - sottolinea Astrid Mae - La situazione è peggiore al Nord che al Sud. Nel reato di violenza gli immigrati sono 25 volte superiori”.

"Ridare al femminismo la sua vera essenza"

Astrid, Matilda e Anais si definiscono femministe di destra: “Non eravamo convinte di farci chiamare femministe per il legame con la sinistra, ma ci siamo accorte che quando è nato il diritto di voto era la sinistra contraria a darlo alle donne perché pensavano fossero troppo conservatrici. Dobbiamo ridare al femminismo la sua vera essenza, ovvero quella della donna"

E aggiungono ancora: "La donna passa dopo i trans, i gay, è l’ultima ruota del carro. Meloni e Le Pen? Secondo me sono femministe”.

"Parlare di cosa le femministe non parlano"

Il collettivo Némésis si concentra su una particolare violenza sessuale, quella commessa dagli stranieri, ma si vuole astenere da altre tematiche come aborto e femminicidio: “Noi non parliamo di femminicidi e di aborto, ma vogliamo parlare di cosa le femministe non parlano, ovvero delle violenze commesse da persone straniere che non hanno niente da fare nel nostro territorio".

"Non ci opponiamo agli uomini, anzi pensiamo che ci completiamo, abbiamo tanti sostenitori uomini. Ma perché dobbiamo importare la violenza di paesi ultra patriarcali dove la donna non esiste, esiste solo a casa?", si domandano. La soluzione per le femministe di destra si concentra su tre azioni da portare avanti a livello non solo regionale o nazionale, ma anche Europeo: “Telecamere, attenzione all’immigrazione e verifica dei profili dei migranti”.

Il collettivo sta prendendo piede in Francia, ma non è ancora arrivato in Italia: “Non abbiamo ancora parlato con le femministe italiane, non siamo ancora abbastanza integrate, ma lo faremo volentieri. Adesso non c’è un collettivo come il nostro, ma arriverà”. 

Bagarre con Sarah Di Sabato (M5S)

Gli animi si sono accesi con l’intervento della consigliera regionale del M5S Sarah Di Sabato fuori dalla Sala Argento in cui si è tenuto l’incontro. La pentastellata ha attaccato, concentrandosi sulla questione dell’interruzione di gravidanza: “Il diritto all’aborto è un diritto stabilito dalla legge che è messo sotto attacco dal Governo di centro destra nazionale. Ed è un diritto su cui le donne tutte dovrebbero schierarsi soprattutto chi le difende dalle violenze”. 

“Lei mi sta dicendo che io non sono femminista perché non voglio parlare di aborto? Non è giusto. Magari ci sono donne che non sono d’accordo. Noi ci concentriamo sulla violenza sessuale per strada” ha replicato Mae.

Gli interventi di Marrone e Montaruli

È violenza anche quando si impedisce di abortire” ha rimarcato Di Sabato, interrotta dall’intervento dell’assessore regionale Maurizio Marrone: “È una menzogna, la legge 194 la volete cambiare solo voi per togliere le obiezioni di coscienza. Il nostro Governo la applica integralmente”. 

Finalmente per la prima volta, anche al Salone del Libro, si è potuto parlare dell’impatto negativo che l’immigrazione di massa, soprattutto clandestina, ha sulla sicurezza e sui diritti delle donne, specialmente nelle periferie urbane. Il dibattito di oggi è indice del livello di reale pluralismo che finalmente ha conquistato il Salone del Libro di Torino, ma anche del nervosismo delle sinistre, che evidentemente si sentono in imbarazzo per le battaglie di attualità a difesa delle donne che il Collectif Némésis porta avanti, mentre loro guardano da un’altra parte per tabù ideologici rimanendo fermi agli slogan di cinquant'anni fa", ha dichiarato l’assessore Marrone.

La discussione si è accesa ancora di più quando nel dibattito si è unita la deputata Augusta Montaruli (FdI) riportando l’attenzione sul problema delle periferie e del Cpr di corso Brunelleschi.

Non si è fatta attendere la controreplica della Disabato: "L’Assessore Marrone non perde occasione per usare spazi e risorse della Regione Piemonte per fare propaganda elettorale. Questa volta l’ha fatto invitando il collettivo femminista di destra Nemesis a parlare di sicurezza nelle periferie e violenza di genere. La verità è che Fratelli d’Italia pensa di rispondere ai problemi della sicurezza investendo il suo tempo in passerelle e manifestazioni di facciata. Ma a mancare sono i fatti".

"L’argomento della violenza di genere è stato strumentalizzato puntando il dito contro gli stranieri, mentre i dati parlano di un fenomeno diffuso e radicato in tutte le culture, anche la nostra. Trovo inoltre incredibile che il collettivo Nemesis decida di non esprimersi sul tema del diritto all’aborto. Quando si parla di femminismo e di diritti delle donne, questo è un argomento che non può essere ignorato, soprattutto da chi dice di occuparsi di contrasto alla violenza di genere", ha concluso Disabato.

Chiara Gallo

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