Il figlio 24enne non ha ancora raggiunto una stabilità economica per la propria "inerzia" e quindi non ha diritto a ricevere dal padre divorziato l'assegno di mantenimento che gli permetta di avvicinarsi a un tenore di vita simile a quello che conduceva la famiglia prima della separazione.
E' stato sancito ieri dal Tribunale Torino che ha revocato il contributo di 1.500 euro al mese che un ventiquattrenne chiedeva al genitore, ex amministratore delegato di una grande azienda (ora fallita) che al momento della rottura dei legami familiari guadagnava 167.648 euro lordi all'anno.