In uno dei lati di piazza Respighi, all’angolo con via Cherubini, sorge, nel settembre del 1983, una delle pasticcerie più famose e di qualità di Barriera di Milano, e non solo: la pasticceria Lupo, fondata da Nazareno Lupo e dalla moglie Antonietta.
È il figlio Nicola Lupo a raccontare le origini di questo luogo: “I miei genitori, dapprima, erano operai: mio padre lavorava alla Fiat, mia madre alla Pirelli. Mio padre, tuttavia, ha sempre fatto il pasticcere, ma ha iniziato a lavorare in fabbrica in seguito alla mia nascita, per consentire alla famiglia una maggiore stabilità. Ha ripreso la sua attività originaria di pasticcere a causa della crisi: ed eccoci qui, presenti da 34 anni”.
Nel corso di questi decenni, il negozio ha subito notevoli cambiamenti e migliorie, sia a livello strutturale ed espositivo, sia a livello di laboratorio. Una delle ultime è la creazione di un padiglione esterno, chiuso ermeticamente, che consente di effettuare le consumazioni in qualsiasi stagione. Anche i prodotti sono cambiati, se pur relativamente, nel corso degli anni, adattandosi ai mutamenti della clientela stessa: si sono modificate, soprattutto, le forme e le quantità, mentre gli ingredienti, i gusti e la sostanza sono sempre i medesimi e rispettano la tradizione di famiglia.
Tradizione che rende la pasticceria un punto di riferimento all’interno del quartiere: “Io ricordo che, da bambino, soprattutto d’estate, le famiglie e i ragazzi scendevano in piazza e c’era, tra loro, una forte volontà di aggregazione: era una sorta di ritrovo, tipico dei piccoli paesi. Questa abitudine, però, è andata perdendosi nel corso degli anni, comportando un drastico mutamento nei rapporti sociali. Ora, i giovani si spostano verso il centro e le famiglie adottano sempre di più un atteggiamento di chiusura rispetto al prossimo”, forse anche a causa della minore sicurezza percepita tra le strade, soprattutto di sera.
Di giorno, invece, piazza Respighi si mantiene ancora viva e con un clima sereno, e trova in Lupo un luogo di ristoro familiare e di piacevole intimità, caratteristiche essenziali alla fidelizzazione costante e sempre crescente, attuata da parte dei fruitori, che lo caratterizza, anche per merito della cura e dell’attenzione al dettaglio largamente apprezzate ed elemento di distinzione e pregio rispetto alle produzioni industriali, spesso di scarsa qualità. Infatti, “scegliamo con oculatezza le materie prime, che provengono rigorosamente dalle regioni italiane, come il pistacchio di Bronte e la gianduja e la pasta alla nocciola piemontesi”.
I cambiamenti più drastici sono stati principalmente due: “Fin da ragazzo, ho sempre affiancato mio padre, carpendo conoscenze non solo dai miei studi dell’Arte bianca, ma anche dai diversi pasticceri che si sono susseguiti e cooperavano con lui. Dieci anni fa, però, in seguito alla sua scomparsa, ho dovuto abbandonare il laboratorio e dedicarmi maggiormente al negozio e al rapporto diretto con la clientela. Probabilmente come reazione emotiva, allora, ho cercato di migliorare il più possibile le potenzialità del locale. Otto anni fa, dunque, abbiamo acquistato una ex videoteca trasformandola in un laboratorio di pasticceria, mentre il precedente, molto piccolo, è stato reso una saletta da thè. Qualche anno dopo, poi, abbiamo rilevato una vecchia macelleria, chiusasi a seguito della crisi, che abbiamo tramutato in un laboratorio dedicato alla produzione del salato: pranzo a mezzogiorno e catering per battesimi, comunioni, cresime e cerimonie varie”.
La pasticceria, dunque, si reinventa, ma mantiene salde le sue origini; infatti, dichiara Nicola, “non c’è la volontà di spostarla: sono nato qui, sono affezionato a questi luoghi e voglio mantenere viva la tradizione di famiglia, perché si è ormai sviluppata una forte simbiosi con il negozio”.
Ancora in attività la madre e la sorella Milena, testimoni anch’esse di un’arte antica, raffinata e caratterizzata da una grande passione, che richiede un notevole sforzo di sacrificio, elemento in contraddizione con un’epoca ormai sempre più abituata all’immediatezza e a un ottenimento poco impegnativo dei risultati.