“I servizi sociali hanno forze inadeguate rispetto ai cambiamenti in atto ed alle nuove esigenze e spesso non riescono ad esercitare nel modo dovuto il ruolo di accoglienza del disagio, di accompagnamento e di supporto. Le tensioni all’interno del nucleo familiare influenzano il rapporto tra genitori e figli, spesso con effetti contrastanti: crescono le attenzioni e le aspettative dei genitori sui figli e sono aumentate le distanze comunicative che possono condurre a situazioni di abbandono, di violenza o di abuso all’interno del contesto familiare. Il logoramento delle relazioni e dei canali di comunicazione intrafamiliare ed intergenerazionale può incidere sul malessere infantile e adolescenziale, quale quello ad esempio che porta a manifestazioni di bullismo”.
La denuncia arriva dalla presidente del Consiglio dell’Ordine regionale del Piemonte degli assistenti sociali, Barbara Rosina nel corso dell’intervento al convegno del 21 aprile a Palazzo Lascaris - Torino - sulla “bigenitorialità” promosso dal Comitato regionale per i Diritti Umani e dalla Consulta delle Elette del Piemonte. “La bigenitorialità – ha ricordato - è il principio etico in base al quale un bambino ha una legittima aspirazione, ed un legittimo diritto a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori, anche nel caso questo siano separati o divorziati. E’ bene però riflettere sul fatto che oggi il nostro sistema non sempre riesce a sostenere almeno il diritto alla genitorialità”.
“Il nostro sistema – denuncia Rosina - è ormai completamente incentrato su una prospettiva riparativa e la residualità della prevenzione, assicurata da interventi multidisciplinari integrativi e di supporto alle famiglie e alle fragilità che possono essere presenti al loro interno nel loro contesto di vita, rende praticamente impossibile attuare interventi in grado di evitare, o almeno, ridurre le fragilità ed il disagio”.
Accorato l’appello della presidente piemontese degli assistenti sociali. “La politica deve intervenire per sostenere il sistema dei servizi perchè non è possibile il perdurare di una sorta di atteggiamento magico di attesa di risoluzione dei problemi delegandolo agli operatori che per farlo hanno però bisogno di risorse economiche e di personale”.
“Siamo consapevoli – conclude Rosina - dei vincoli di bilancio, delle difficoltà economiche ma non è credibile pensare che con una serie di delibere, anche buone, ma sempre senza essere accompagnate dalle necessarie risorse si possano attivare interventi efficaci. I centri per le famiglie, i gruppi di parola, gli affidamenti da famiglia a famiglia, solo per fare qualche esempio, sono interventi di tipo anche preventivo che, se adeguatamente finanziati e sostenuti dalle necessarie professionalità, potrebbero consentire sul lungo periodo di mostrare la loro efficacia”.