Oggi è l’ultimo giorno del Salone Internazionale del Libro. L’ultimo giorno di un’edizione speciale. Una trentesima edizione nata tra le polemiche e gli strappi ma anche tra la voglia di rivalsa e cambiamento. Un’edizione che può dirsi vincitrice, grazie al nuovo comitato organizzativo guidato da Nicola Lagioia, il coinvolgimento di tutta la città, e uno zoccolo duro di appassionati costruito in trent’anni di attività.
I numeri definitivi li avremo solo domani ma già da oggi si possono fare conti, bilanci, e progetti per il futuro.
Ieri alle 20 i visitatori erano quasi 127 mila, gli stessi dell’intera edizione del 2016 e, con questo ritmo, non si esclude che la cifra finale possa raggiungere i 150 mila ingressi totali.
Come gli ingressi anche le vendite paiono essere in crescita per tutti gli espositori. Lo dicono i piccoli e anche i grandi editori, quali Feltrinelli e Giunti, e lo ha annunciato chiaramente Antonio Sellerio che ha già definito l’attuale “il miglior Salone in assoluto”.
Quindi, decretato il grande successo del Salone di quest’anno, cosa succederà l’anno prossimo? La rivalità con Tempo di Libri continuerà? I grandi editori, Mondadori in primis, diserteranno ancora Torino?
Pare proprio di no.
Mentre si conferma il mese di maggio per il Salone. La collocazione di Tempo di Libri sembra essere destinata a spostarsi. La proposta di Elisabetta Sgarbi, direttrice editoriale della Nave di Teseo, che punta sui mesi invernali di gennaio e febbraio, perde consensi in favore di un abbinamento con Bookcity, evento autunnale milanese che, a differenza di Tempo di Libri, vanta già un’organizzazione e una struttura rodati e di successo.
Il Salone Internazionale del Libro può dirsi promosso a pieni voti, Tempo di Libri rimandato con ampi margini di miglioramento, ma allora chi viene bocciato? Federico Motta. Il presidente dell’Associazione Italiana Editori, fautore della rottura estiva con Torino, finirà col pagare le proprie colpe e anche quelle degli altri. Tra due giorni verranno rinnovati i vertici dell’AIE e i ben informati escludono una sua riconferma.