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S. Rita / Mirafiori | 17 dicembre 2017, 11:00

Nicola Bueti, il cantautore di periferia che grida ai giovani di non mollare mai

E' già al suo quinto singolo, "Oggi". In preparazione l'album per il 2018. Sanremo Giovani: "La mia musica è rabbia e passione: non sono entrato, ma non mi arrendo"

Nicola Bueti, il cantautore di periferia che grida ai giovani di non mollare mai

Ha negli occhi la dolcezza di chi vive i sentimenti nella loro essenza più pura, accarezzandoli con il suono di una chitarra acustica. Nelle mani e nella voce, tutta la grinta che serve per gridare al mondo la propria presenza, adesso, subito, senza indugi. Perché il tempo scorre e la vita non aspetta: ogni giorno è da afferrare, consumare, esaurendolo in un giro di accordi che sappiano racchiuderne il significato più profondo.

Nicola Bueti, classe 1988, è uno di quei cantautori che fin da piccoli hanno alternato le partite di pallone e i compiti di scuola agli incontri ravvicinati con la musica. Cresciuto al confine tra Mirafiori Sud e il Lingotto, ha fatto passi da gigante, al di fuori del contesto periferico, per portare il più lontano possibile l'urgenza di raccontare una storia: la sua. L'ultimo singolo, Oggi, è uscito l'8 dicembre, distribuito in radio e nei digital store. È già il quinto, e arriva dritto all'orecchio per le sue sonorità fresche, ironiche e solo apparentemente giocose: perché non c'è nulla di superficiale nello spronare, se stessi e altri, a cogliere quotidianamente ciò che la vita mette sul piatto, staccandosi dalle ossessione della perdita di tempo che la società sconta costantemente su di sé.

Una passione, quella per la musica, iniziata fin dai banchi di scuola. “Sono sempre stato affascinato dalla scrittura”, spiega; “anche da bambino avevo l'esigenza di annotarmi tutto ciò che mi veniva in mente. Poi ho pensato di comprare una chitarra e abbozzare qualche composizione: la prima canzone l'ho scritta alle medie, a 13 anni. Più scrivevo, più mi appassionavo”.

Un amore a primo ascolto per il Ligabue degli inizi e poi continue ricerche sul panorama cantautoriale italiano, toccando mostri sacri come Lucio Battisti e attraversando i generi fino a Edoardo Bennato. “Mi piace prendere spunto dai grandi, ma devo sempre metterci del mio, perché l'unicità di un artista sta in questo: esprimere la sua identità, non ricordare, a orecchio, qualcun altro”.

Da adolescente si è buttato nel mondo dello spettacolo tantanto un provino ad Amici a 18 anni: da lì la crescita della consapevolezza di voler dedicarsi interamente a un progetto musicale, per realizzare un sogno certamente difficile, ma forse non così impossibile per chi dimostra tenacia nonostante i no e le porte in faccia.

Poi, un evento cruciale e uno scarto nella scala di valori e priorità. “Quando è mancato mio padre avevo 22 anni, e da lì è cambiato tutto. Sono dovuto crescere in fretta e accontonare per qualche periodo la musica per portare avanti l'attività lavorativa che lui mi aveva lasciato. È stata dura. Ma quel sogno continuava a rimanere vivo in me, come un richiamo che non mi abbandonava”.

La sua gavetta ha visto susseguirsi una serie di date in giro per tanti locali di Torino: più il tempo passava, e il vissuto si accumulava, più le sue canzoni riuscivano ad arrivare concretamente alle persone, smuovendo gli animi e coinvolgendoli in un racconto fluido e senza filtri. “Ho fatto una demo e l'ho inviata a diverse etichette, anche quelle grosse. Poi il destino, nel 2013, mi ha fatto incontrare con un produttore romano durante un festival musicale a Saint-Vincent, che aveva appena dato avvio a un nuovo progetto, la Melody Studio Recording. I miei lavori gli sono piaciuti, e così siamo partiti”.

Nel 2014 è uscito il suo primo singolo, Sono solo un uomo. E da lì è proseguita una collaborazione fatta di stima reciproca, voglia di mettersi in gioco e di farcela, spronandosi a vicenda ogni giorno per raggiungere sempre nuovi obiettivi. Tra le ultime grandi soddisfazioni, la selezione per Sanremo Giovani con l'ultimo brano pubblicato, Oggi. Chiamato al cospetto di Claudio Baglioni, lo scorso novembre, Nicola, sul palco dell'Ariston ha buttato fuori tutto ciò che di più potente aveva dentro. Non a caso il ritornello del brano recita: “Non fare domani quello che potresti fare oggi”. Un invito a cogliere l'attimo, darsi da fare per non lasciar sfumare le occasioni; vivere attivamente, svegliandosi ogni mattina con la percezione del tempo presente, passo dopo passo. “Penso di aver dato il massimo, in quell'occasione. Non sono stato scelto fra i dodici che andranno in finale, ma è andata comunque alla grande. Avere davanti Baglioni, un cantautore, e fargli ascoltare un mio brano, è stato già di per sé un grandissimo successo, non ho rimpianti. Sicuramente il prossimo anno ritenterò”.

È intanto in cantiere il primo album, che dovrebbe raccogliere circa undici canzoni, tra cui i cinque singoli finora prodotti. “Si può dire che il filo conduttore della mia musica sia la rivalsa, il senso di rivincita. La vita mi ha tolto: è giusto che ora io riceva qualcosa in cambio. Però non bisogna aspettare inermi che le cose accadano: le opportunità di svolta vanno cercate, non si creano da sole”.

Ma l'appuntamento più immediato sarà con la tv, per la settimana di maratona Telethon in Rai. Presto sulla pagina Facebook ufficiale di Nicola Bueti tutte le informazioni sulla sua partecipazione. “Sono molto orgoglioso che abbiano scelto me e un altro artista della Melody. Sarà bello cantare per la ricerca”.

 

Manuela Marascio

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