Erano 137 i film in gara ai blocchi di partenza del Glocal Film Festival di Torino, sono rimasti in venti: tra questi c’è la docu-fiction “Il futuro non me lo ricordo”, girata nell’estate 2016 dai ragazzi del Centro Diurno Eta Beta di Savigliano insieme ad un attore professionista, a metà strada tra fiction e spontaneità, sotto la regia di Alessandra Cataleta e in collaborazione con lo studio “Officina 38” di Torino.
Il risultato è un documentario che racconta l'incontro tra lo sguardo della macchina da presa e chi frequenta ogni giorno il centro diurno: quelli che, fuori, sono etichettati sbrigativamente come "disabili" ma che all'interno della struttura vivono una vita serena in cui il problema dell'accettazione non si pone. Persone che gioiscono, si divertono e sono desiderose di amare ed essere amate come chiunque al mondo. Portatori sani di quella diversità di cui ciascun individuo è dotato.
"Il film racconta la storia di Federico - spiega uno degli operatori del centro – un giovane che deve scontare una condanna per guida in stato di ebbrezza trascorrendo 150 ore in un centro diurno, a contatto con ragazzi portatori di varie disabilità. Grazie a questo incontro forzato il suo sguardo sull'altro cambierà profondamente perché, all'interno di quella piccola comunità, sarà lui, almeno inizialmente, a sentirsi "diverso".
L’idea di base è stata quella di tentare di raccontare la realtà del centro diurno attraverso le relazioni che ogni giorno prendono vita all’Eta Beta: “La nostra priorità – racconta Carla Cravero, responsabile del Centro – era poter parlare del quotidiano di Paolo, Annalisa o Giuseppe, raccontare loro invece che limitarsi a spiegare una categoria, la disabilità, che non è che uno dei tanti aspetti che caratterizzano questi ragazzi”.
Per chi fosse interessato a vedere sul grande schermo i ragazzi e, perché no, a votare il loro film come pubblico, l’appuntamento è per giovedì 8 marzo alle ore 15, presso il Cinema Teatro Massimo di Torino.